Fare della ricostruzione post-sisma delle scuole emiliane un modello esportabile, non solo in situazioni di emergenza, ma anche nella normale programmazione per la manutenzione, ristrutturazione e il rinnovo del patrimonio edilizio scolastico italiano: è la proposta che la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera dei deputati, porterà, nella mattinata di mercoledì 18 settembre, alla discussione dei partecipanti della tavola rotonda organizzata dalla onlus Cittadinanzattiva, a Roma, nell’ambito della presentazione dell’11esimo rapporto su “Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola”. “Come sempre il lavoro di Cittadinanzattiva è lodevolissimo e prezioso – spiega Manuela Ghizzoni – In passato non è sempre stato utilizzato dalla politica, ma vedo con piacere che le cose stanno cambiando. Noi per primi, come gruppo Pd in Commissione Cultura e Istruzione, abbiamo avviato un’apposita indagine conoscitiva su questi temi. Il Governo Letta, poi, invertendo la tendenza degli ultimi anni, ha deciso di stanziare fondi per l’edilizia scolastica”. Che il patrimonio edilizio scolastico italiano sia vetusto, è cosa nota. Secondo i dati forniti dallo stesso Ministero dell’Istruzione, proprio nel corso di un’audizione tenutasi a luglio in Commissione alla Camera su richiesta del gruppo Pd, il 44% delle scuole italiane è stato costruito tra il 1961 e il 1980, il 42% degli edifici è privo del certificato di agibilità e solo il 17,7% è in possesso di quello di prevenzione incendi. “Bisogna intervenire e presto – spiega Manuela Ghizzoni – e io credo che il modello emiliano della ricostruzione post-sisma debba e possa essere preso come esempio da seguire. Abbiamo costruito 58 scuole in meno di tre mesi. Abbiamo potuto contare su procedure più accelerate, è vero, ma non abbiamo derogato alle leggi di controllo e alle garanzie previste per la sicurezza. Semplificare le procedure ma non deregolare, insomma, poiché al modello Bertolaso abbiamo sacrificato già troppo tempo e denaro. Il nostro modo di fare i bandi, di costruire con attenzione ai materiali utilizzati e all’ambiente, penso, debbano fare scuola. Non è un caso che, alla stessa tavola rotonda, a cui prenderò parte domani sia stata invitata anche Manuela Manenti, responsabile unico del procedimento per gli interventi su edifici scolastici temporanei e prefabbricati modulari nella ricostruzione post-sisma in Emilia Romagna”. Per fare tutto questo però occorre una premessa: “Abbiamo la necessità – conclude Manuela Ghizzoni – di escludere dal Patto di stabilità degli Enti locali le spese di intervento di edilizia scolastica: in questo modo gli stessi Enti locali sarebbero spinti a tenere sempre pronti progetti di intervento”.