sanaUno scambio tra culture: i semi portati da Vandana Shiva dall’India e i semi di specie vegetali italiane a rischio di scomparsa, in particolare di specie reggiane tutelate da Arca Regia, sono stati piantati nel corso dell’inaugurazione del Sana, il Salone internazionale del Biologico e del Naturale, a Bologna. Ad accoglierli due vasi che sono poi stati ripiantati nell’area degli orti comunali di via Salgari (a Bologna) nell’ambito del progetto promosso da BolognaFiere “Bologna città degli orti”.

Alla cerimonia di inaugurazione, che si è svolta lo scorso 7 settembre, hanno partecipato tre agricoltori reggiani: Paolo Codeluppi, Mirco Marconi in rappresentanza dell’istituto Zanelli, e Giovanni Ongaro della coop La Collina, assieme a loro anche i rappresentanti della Provincia di Reggio Emilia.

Nel suo intervento, “Semi di libertà, giardini di speranza. L’agricoltura biologica per salvare il mondo”, Vandana Shiva, in particolare, si è soffermata non solo sul ruolo che va riconosciuto all’agricoltura biologica, ma anche sulla campagna internazionale da lei promossa a tutela della biodiversità dei semi, contro i brevetti delle sementi industriali.

“La nostra presenza a Bologna – ha commentato l’assessore provinciale all’agricoltura Roberta Rivi – ha un grande significato. È stato un modo per riconoscere il lavoro svolto in questi anni con Arca Regia, con gli “agricoltori custodi” che si stanno impegnando per la tutela e la salvaguardia di un grande patrimonio rappresentato dalle antiche varietà vegetali e razze animali della nostra terra che rischia altrimenti di scomparire, ma che la Provincia di Reggio Emilia vuole assolutamente conservare, tutelare e valorizzare”.

Sono quasi 70 le specie individuate nell’ambito di Arca Regia al termine di un meticoloso lavoro di ricerca condotto negli ultimi anni, che ha portato alla pubblicazione del Catalogo della biodiversità reggiana. Nel Catalogo, che dopo la pubblicazione è rimasto aperto a nuove indicazioni, ci sono diverse curiosità per le nuove generazioni (e riscoperte per chi è più anziano), in ogni caso specie meritevoli di essere conservate, compito affidato ad un nucleo di “agricoltori custodi” che si affiancano ad istituzioni di ricerca e scolastiche.