Il documento a firma delle forze politiche della Valle del Samoggia – Partito Democratico, Italia dei Valori, Diritti e Libertà, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Unione di Centro – sulla fusione dei 5 Comuni.
Il voto dell’Assemblea legislativa regionale ha dato il via al cantiere per la costruzione del nuovo Comune della Valle del Samoggia. Per una volta in questo paese si passa sul serio dalle parole ai fatti sul fondamentale terreno delle riforme istituzionali. Legge elettorale, destino delle Province, superamento dell’attuale bicameralismo, riduzione del numero di deputati, riduzione dei costi della politica sono esempi di cose dette e non fatte o fatte solo parzialmente a dispetto di ciò che il Paese chiede.
La nascita del nuovo comune della Valsamoggia è, nei fatti, una delle prime e più significative riforme istituzionali fatte in Italia che contribuisce ad aprire la strada a un più vasto e significativo processo di cambiamento e di innovazione per la tutela dei diritti dei cittadini.
Il nuovo Comune nascerà con una dotazione economica di tutto rilievo la cui evidenza rende del tutto incomprensibili le argomentazioni sul chi ci “rimette” quando invece è evidente che ci guadagna tutto il nostro territorio e i suoi abitanti perché apre la strada per nuovi spazi di solidarietà sia sul versante dei servizi ai cittadini e delle loro tutele che della fiscalità.
Non solo, la fuoriuscita dal patto di stabilità per alcuni anni permetterà di mettere in campo risorse oggi non utilizzabili a tutto vantaggio dell’economia dei territori. A questo si aggiungono i risparmi che le economie di scala consentiranno e le risorse lasciate libere dai minori costi della politica.
È importante, allora, che la discussione e il dialogo assuma toni e significati nuovi a tutto vantaggio del confronto, dal quale dovranno scaturire le scelte per dare buone e solide fondamenta alla nuova casa comune. Perché di questo si tratta: una nuova casa comune.
Per questo guardiamo con grande interesse alle espressioni favorevoli e a sostegno della nascita del nuovo Comune espresse da forze economiche e del lavoro importanti e riteniamo indispensabile che fin dai prossimi giorni si imbocchi la strada del confronto per consentire la massima partecipazione delle varie articolazioni sociali ed economiche del territorio e dei cittadini, per valutare e contribuire alle decisioni necessarie per arrivare alla prossima scadenza elettorale, come è ben noto a doppio turno, che deciderà quali forze debbano governare il nuovo Comune.
Dissentiamo, di conseguenza, dalla manifestazione indetta per sabato prossimo a Bazzano con la richiesta delle dimissioni del sindaco Rigillo.
Al di là di altre valutazioni di merito, appare evidente a chiunque come, a un anno dalla fine del mandato e in una fase così importante per la nascita del nuovo ente locale, questo sia un agire sterile, un disperdere energie che sarebbe più proficuo convogliare nella discussione e soprattutto nella capacità di presentazione di progetti e suggerimenti per arricchire un percorso costituente che sta aprendo una nuova strada per i Comuni italiani.
Pur nel rispetto di posizioni e visioni divergenti, ora è necessario pacificare gli animi, non alimentare allarmismi immotivati, presenti in alcune parti della popolazione (professionisti, commercianti, lavoratori pubblici e privati,…) che pur nulla hanno da temere dalla realizzazione di questo progetto.
Si sa che il “nuovo” fa paura. Si teme di perdere la sicurezza acquisita nell’abitudine del quotidiano.
Per questo le forze politiche che hanno sostenuto le ragioni della nascita del nuovo Comune affidano grande importanza a questa che deve essere una vera e propria fase costituente, perché dovrà tenere insieme la nascita del nuovo Comune e il grande patrimonio di servizi, di fatti, di storia che gli attuali enti locali gli portano in dote.