Quando è stato preso, dopo aver invano cercato di fuggire con l’auto rubata, si è dichiarato cittadino bulgaro ma i Carabinieri lo hanno scoperto cittadino del mondo. Le indagini dattiloscopiche sulle impronte hanno infatti rivelato numerose identità tra cui quelle reali rispondenti ad cittadino moldavo peraltro ricercato da oltre tre anni nell’intero territorio nazionale dove lui, grazie agli alias creati con falsi documenti, viveva tranquillamente. Con l’accusa di furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e uso di documenti falsi i Carabinieri della Stazione di Novellara hanno arrestato il cittadino moldavo A.M.  30enne in Italia senza fissa dimora ristretto presso il carcere reggiano a disposizione della Procura di reggio Emilia.

Nei suoi confronti è stata eseguito anche l’ordine di carcerazione pendente da tre anni emesso dalla Procura bresciana per il reato di possesso e produzione di documenti falsi. L’origine dei fatti l’altra notte intorno alle 4,00 quando una pattuglia dei Carabinieri di Novellara inseguiva, riuscendo a bloccarla, una Fiat Punto con i due occupanti che scendevano dandosi alla fuga a piedi inseguiti dai militari. Dopo aver scavalcato numerose recinzioni di private abitazioni mentre uno dei due malviventi riusciva a fuggire l’altro veniva raggiunto da un militare con il quale ingaggiava una colluttazione che lo vedeva reagire con veemenza cercando di prendere la pistola al militare senza tuttavia riuscirci in quanto veniva bloccato. In sua disponibilità il kit de perfetto ladro costituita da torcia, cacciavite e guanti tutto sequestrato. L’autovettura risultata rubata poco prima a Novellara veniva restituita al derubato che veniva svegliato dai carabinieri che lo informavano del furto. Dalla strada alla caserma il passo è stato breve e dove il fermato dichiarava essere un cittadino bulgaro fornendo una patente di guida rilasciata dalla Bulgaria.

L’ennesimo tentativo di depistare le forze di polizia sulla sua reale identità non andava a buon fine in quanto veniva sottoposto a indagini dattiloscopiche che rivelavano un altra verità. Sul suo conto infatti figuravano una ventina di altri nomi diversi con altre nazionalità tra cui quello reale rispondente al cittadino moldavo A.M.. Con le reali generalità risultava essere ricercato da oltre due anni in forza di un ordine di carcerazione pendente sul suo conto dovendo espiare una pena di 10 mesi essendo stato condannato, manco a dirlo, per il reato di possesso e produzione di documenti falsi.