Impegnati contro il fenomeno della violenza verso le donne, in un’opera di prevenzione ma anche di assistenza alle vittime. Sono i centri anti-violenza dell’Emilia-Romagna, che con l’ultima tappa a Piacenza, all’associazione La Città delle Donne–Telefono Rosa, la commissione regionale per la Parità ha visitato tutti, chiudendo il suo tour nei territori.

“A Piacenza- spiega la presidente della commissione, Roberta Mori- abbiamo chiuso molto positivamente un ciclo di incontri che ci consegna una conoscenza approfondita e suggerimenti preziosi per il nostro lavoro legislativo. Pur nelle specificità di ogni territorio, possiamo affermare che tutti i nostri Centri, a fronte di un aumento delle domande di aiuto, risentono del pesante calo di risorse sul welfare locale e dell’azzeramento del fondo nazionale a loro destinato, istituito dal Governo Prodi e poi smantellato”.

Ma quali sono state le problematiche riscontrate nelle province? “I temi più ricorrenti su cui la nostra commissione è chiamata a impegnarsi– sottolinea Mori- sono la formazione degli operatori che entrano in contatto con la violenza alle donne, il potenziamento delle reti e collaborazioni territoriali, l’orientamento al lavoro per l’autonomia femminile, l’educazione nelle scuole, la sensibilizzazione e partecipazione sociale necessarie a prevenire la violenza di genere”.

A Piacenza, Mori e il consigliere Marco Carini (Pd) hanno incontrato le operatrici e la presidente, Donatella Scardi, dell’associazione La Città delle Donne–Telefono Rosa, presenti anche l’assessore provinciale Pierpaolo Gallini e la consigliera comunale Giulia Piroli.

Operativa dal 1996, l’associazione piacentina si avvale della collaborazione di un gruppo di volontarie specificamente formate e ha l’obiettivo di rispondere ai bisogni delle donne che vivono situazioni di violenza e discriminazione intra o extrafamiliari. Le attività del centro anti-violenza comprendono l’ascolto telefonico, colloqui personali, un servizio gratuito di consulenza legale che coinvolge avvocati professionisti, consulenza psicologica, gestione di gruppi di auto-aiuto, uno sportello di accompagnamento e orientamento al lavoro; dal 2008, l’associazione gestisce due alloggi di accoglienza protetta, ad indirizzo segreto, per donne e minori.

Altrettanto importanti per le operatrici sono le attività volte alla prevenzione e all’educazione, in particolare nelle scuole, così come alla ricerca sul tema della violenza di genere. Proprio per contribuire a una strategia più ampia e incisiva di contrasto a questo fenomeno, tanto devastante quanto sommerso, La Città delle Donne-Telefono Rosa partecipa al Tavolo della Provincia di Piacenza contro la violenza ed è socio fondatore delle Associazioni che coordinano i Centri anti-violenza a livello sia regionale che nazionale, lavorando tra l’altro a progetti statistici che ne monitorano l’evoluzione e le tipicità.

Nell’incontro, è stata sottolineata sia l’emergenza della violenza contro le donne (circa un centinaio di omicidi in Italia dall’inizio dell’anno e una segnalazione al giorno al centro piacentino), sia la necessità di rafforzare la sinergia tra le associazioni e tutte le istituzioni pubbliche coinvolte. Condivisa, infine, l’utilità di una legge regionale multidisciplinare e multilivello per la parità, che disciplini tutte le leve del cambiamento e metta a sistema i correttivi di genere.

“Desidero ringraziare di cuore tutte le operatrici che ci hanno accolto in queste settimane– conclude la presidente della commissione regionale per la Parità– per il lavoro quasi esclusivamente volontario che svolgono ogni giorno tra mille difficoltà, per il contributo che hanno dato e daranno al progetto di legge regionale che presenteremo in materia di parità, tutela dei diritti delle donne e contro ogni discriminazione”.