Nel tardo pomeriggio del 27 ottobre, dopo una lunga e difficile trattativa, è stata siglata l’ipotesi di rinnovo del CCNL dell’Industria Alimentare. Un’ipotesi giudicata positiva sia dalle Segreterie Nazionali di Fai, Flai e Uila, sia dalla delegazione trattante.
Senza un solo giorno di vacanza contrattuale viene rinnovato alla scadenza il CCNL, con un aumento di 126 euro, il 66% dei quali erogati in sette mesi, che permetteranno ai lavoratori dell’industria alimentare di ottenere lo stesso montante retributivo ottenuto nel triennio precedente.
Un rinnovo del CCNL ottenuto senza cedere su argomenti che le controparti volevano modificare, ovviamente in peggio: appalti, eliminazione del pagamento della carenza di malattia, cancellazione degli scatti di anzianità, salario d’ingresso per i nuovi assunti.
Il nuovo CCNL, nonostante un periodo economicamente difficile, oltre a dare risultati economici soddisfacenti introduce novità importanti sui diritti e le tutele delle donne, dei lavoratori immigrati e dei lavoratori studenti. Importante è anche il risultato conseguito sul fondo sanitario integrativo che permetterà a tutti i lavoratori dell’industria alimentare di poter beneficiare delle prestazioni fino a maggio 2016, in modo gratuito.
L’unica nota stonata è rappresentata dalla spaccatura che si è verificata all’interno di Federalimentare. Infatti un terzo delle Associazioni aderenti alla federazione non hanno sottoscritto l’accordo: si tratta di Assalzoo (mangimifici), Assica (salumifici), Assocarni (macellazione), Una (avicolo), e Anicav (conserve vegetali).
Secondo le associazioni non firmatarie esisterebbero distanze incolmabili fra il CCNL siglato da Federalimentare e le proprie, in particolare sul salario e sul mancato accoglimento delle loro richieste di maggiori e totali misure sulla produttività. Queste distanze hanno portato alla decisione di non firmare il rinnovo del CCNL ed alla conseguente dichiarazione di non essere vincolate dalle conclusioni raggiunte dal tavolo negoziale.
Pertanto alla luce delle scelte effettuate dalle cinque Associazioni i sindacati di categoria avvieranno una mobilitazione nelle aziende associate a Assalzoo, Assica, Assocarni, Una e Anicav, dichiarando lo stato di agitazione, il blocco delle flessibilità contrattate e una giornata di sciopero la cui effettuazione sarà concordata a livello locale.
A Modena la maggioranza delle imprese dell’industria alimentare appartengono alla filiera delle carni e dei salumifici, quindi tutte aziende associate a due delle associazioni che non hanno firmato, così come sono presenti anche i mangimifici. Quindi la stragrande maggioranza dei lavoratori da noi rappresentati è di fatto senza contratto nazionale di lavoro.
Fai, Flai e Uila stanno mettendo in campo le assemblee informative e sono pronte allo sciopero in tutte le aziende che non espliciteranno la loro adesione al CCNL sottoscritto il 27 ottobre 2012.