Cambiare le norme del ddl stabilità sui progetti speciali e aprire un confronto su organici e produttività. Lo chiede la Cisl Fp, che anche a Modena lancia la raccolta firme tra i lavoratori di “super-Inps” (così soprannominato perché il 31 marzo 2012 ha assorbito anche Inpdap ed Enpals) e Inail a sostegno di una petizione che verrà inviata ai capigruppo di Camera e Senato e ai parlamentari eletti nei territori.
«Siamo di fronte a un paradosso – denuncia il segretario provinciale della Cisl Fp, Stefania Gasparini – Il ddl di stabilità chiede agli enti previdenziali di risparmiare altri 300 milioni di euro. E dove li va a cercare? Nei progetti speciali che sono serviti in questi anni ad aumentare la produttività e a sveltire i servizi. Anziché eliminare gli sprechi, per recuperare risorse si colpiscono le tasche dei lavoratori, le cui retribuzioni sono per giunta ingiustamente bloccate per legge dal 2010».
La Cisl Fp vuole sensibilizzare le forze politiche anche perché le nuove misure fanno il paio con i tagli di organico previsti per super-Inps e Inail dai decreti di spending review; misure che, anche al di là dai processi di mobilità, rischiano di compromettere il funzionamento del sistema di previdenza e assistenza. «Siamo pronti a sostenere una riorganizzazione del sistema “a somma positiva”, vale a dire – spiega Gasparini – che garantisca il mantenimento del livello dei servizi, il recupero selettivo delle risorse da sprechi e disorganizzazioni, la valorizzazione delle competenze e delle professionalità interne agli enti. Una riorganizzazione che – aggiunge il segretario della Cisl Fp – inizi proprio dal taglio di incarichi esterni, appalti e pagamenti impropri. E che retribuisca meglio i lavoratori».
Con la petizione in corso in tutte le sedi di Inps e Inail, la Cisl Fp sollecita un interessamento della politica. A questo proposito il sindacato di Palazzo Europa ha scritto ai parlamentari modenesi e al prefetto chiedendo la disponibilità ad approfondire una vertenza che non riguarda soltanto i 400 dipendenti modenesi (40 mila in tutta Italia) degli enti previdenziali e assistenziali, ma anche i cittadini e le famiglie che devono poter contare su un sistema di welfare affidabile e inclusivo.