Via libera dalla commissione regionale Territorio, ambiente, mobilità al protocollo sottoscritto tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna per la promozione dell’edilizia sociale nella zona dell’ex mercato Navile, che prevede la disponibilità dell’ente regionale per 10 milioni di euro. Ma rispetto alla delibera della Giunta è stata portata una modifica, proposta dal presidente Damiano Zoffoli su richiesta delle forze di opposizione: prima di rendere definitivo lo stanziamento, il progetto dovrà essere presentato nuovamente alla Commissione. “È una proposta sull’iter e non sul merito- specifica Zoffoli-, vogliamo discutere e essere informati senza minare i percorsi”. La proposta del presidente è stata accolta all’unanimità e la delibera così modificata è stata poi approvata con i voti favorevoli di Pd e Fds, l’astensione di Pdl e Lega nord e il parere negativo del Mov5stelle.

Gli interventi in programma, con cui il Comune di Bologna intende partecipare al Piano nazionale per le città, rispondono, si legge nel documento, “ai criteri di innovazione, contribuiscono a incrementare l’offerta abitativa per le fasce socialmente deboli e propongono il ricorso a strumenti finanziari innovativi, in grado di massimizzare gli effetti degli investimenti”, e sono già stati oggetto di “iniziative partecipative al fine di raccogliere contribuiti sulla qualità attesa delle trasformazioni progettate”. L’iter prevede però, specifica la delibera, che si procederà “entro sei mesi dalla data di sottoscrizione ad un accordo attuativo finalizzato a specificare i programmi prioritari di intervento , i quadri economico-finanziari e gli impegni di ciascun Ente, gli strumenti di coinvolgimento di risorse private e il crono programma degli interventi”.

Il progetto non convince le forze di opposizione, che rievocano i precedenti di quando, per interventi nella stessa zona, la Regione fu costretta a ritirare la disponibilità di finanziamento dopo che nessun privato si era dimostrato interessato: “C’era un progetto chiaro, di edilizia residenziale pubblica, invece adesso abbiamo in mano qualcosa che pare di edilizia sociale- attacca Giovanni Favia (M5s)-, ci viene detto che non sappiamo che intervento sarà, ma intanto si stanziano 10 milioni di euro senza avere alcuna informazione”. Secondo il consigliere, “la strada corretta sarebbe stato un bando, mentre questo è solo un regalo tramite un accordo a porte chiuse, deve essere il Comune di Bologna a gestire la responsabilità del ‘pasticcio’ che aveva creato, non possiamo sempre andare noi in soccorso”. Per Manes Bernardini (Ln), “la delibera potrebbe anche essere ok, ma prima bisogna mettere le carte in tavola per bene, dobbiamo sia capire perché non c’è stato seguito per il primo progetto sia- insiste- non decidere ma almeno sapere i dettagli dell’attuale iniziativa, visti i precedenti”. La proposta del consigliere della Lega è quindi “una udienza conoscitiva con l’assessore comunale competente; i soldi ci sono ma capiamo bene cosa vogliono farne i destinatari, in quelle zone i pochi che costruiscono se ne vanno, 10 milioni non risolverebbero il problema, sarebbe meglio agire sugli alloggi già pronti per la vendita”. Ancora più critico si rivela Galeazzo Bignami (Pdl): “La delibera è ampiamente lacunosa- sentenzia-, dal momento che si prevede la stipula dell’accordo in sei mesi non ha senso escludere un approfondimento istruttorio”.

Difendono invece sia l’iniziativa sia i percorsi fatti i consiglieri di maggioranza: per Paola Marani (Pd) il progetto risponde “sia alle necessità di riqualificazione della zona, perché l’edilizia sociale non deve essere ghettizzata, sia di non consumo del territorio” e il metodo di realizzazione “è più che opportuno, non c’è nessun finanziamento al Comune ma solo una disponibilità, per fornire un quadro economico chiaro in fase di progettazione e trattativa”. Secondo Monica Donini (Fds) “non si può fare da supplenti al Comune nelle sue funzioni, sono sempre disposta a raccogliere più informazioni possibili per valutare le scelte – spiega-, ma di sicuro c’è già che si riesce a garantire sia la riqualificazione urbana che l’aumento della dotazione degli alloggi”. Il consigliere Gabriele Ferrari (Pd) invita a “tornare alle nostre competenze, e la fase attuativa non è nostro compito”, mentre il collega Giuseppe Paruolo (Pd) si dice preoccupato per la possibilità che “si diffonda l’idea di un fuoco di sbarramento sui fondi destinati a Bologna, quando altri Comuni si avventano come rapaci”.

Insieme alla delibera di Giunta è stato approvato all’unanimità anche un emendamento a firma del consigliere Favia, che richiede una qualifica energetica di classe A o superiore per i futuri alloggi.