Le Oasi della LIPU Bianello e Celestina, in provincia di Reggio Emilia, sono entrate a far parte della rete Natura 2000, l’insieme dei siti europei a più alto tasso di biodiversità dell’Unione europea. L’importante riconoscimento è arrivato nelle scorse settimane dopo che la Regione Emilia–Romagna, su proposta della Provincia di Reggio Emilia e dei due Comuni di Quattrocastella (per Bianello) e di Campagnola Emilia (per Celestina), ha completato l’iter inserendo le due oasi nella rete di protezione della biodiversità europea.

Per la precisione l’oasi Celestina (estesa per 11 ettari) è stata inserita nel preesistente Sic-Zps “Valli di Novellara”, un complesso di campi coltivati, canali irrigui, stagni e pioppeti, esteso per oltre 1800 ettari. L’ampliamento del sito comprende anche 110 ettari di coltivi interamente ricadenti nel comune di Campagnola Emilia, che “connettono” spazialmente l’Oasi LIPU con le Valli.

Per quanto riguarda l’Oasi Bianello, estesa su 196 ettari, il riconoscimento come Sic (Sito importanza comunitaria) è stato dato in seguito alla presenza di specie animali e vegetali importanti tra le quali orchidee e invertebrati.

“E’ un primo importante passo verso ulteriori forme di protezione – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU – che, per entrambe le oasi, si configura come la proposta di istituzione di una Riserva naturale. Per l’Oasi di Bianello, integrando e collegando la superficie del Sic con quella di aree vicine del territorio castellese e canossiano come il Parco di Roncolo o la valle del castello di Canossa. Mentre per l’Oasi Celestina – prosegue il presidente LIPU – l’inserimento dell’area all’interno della rete Natura 2000 potrà consentire in futuro di svolgere interventi di miglioramento ambientale a beneficio di specie e habitat, nonché di potenziare le connessioni ecologiche tra l’oasi stessa e le Valli di Novellara, incrementando così il valore naturalistico dell’intero sito”.

“L’inserimento delle due oasi reggiane tra le aree protette di interesse comunitario – dichiara Mirko Tutino, assessore alla Pianificazione della Provincia di Reggio Emilia – è un importante riconoscimento al lavoro svolto dai Comuni e dai tanti volontari che in questi anni si sono presi cura di questi luoghi. Queste oasi, in una pianura padana dove le urbanizzazioni ed il segno dell’uomo sono ovunque, rappresentano uno spazio in cui tutelare la naturale presenza di piante ed animali del nostro territorio. Il riconoscimento ottenuto non sarà solo un’etichetta, ma aprirà la strada alla possibilità di portare risorse europee e regionali nel nostro territorio”.

Tra le specie più rilevanti a livello europeo, l’Oasi Bianello ospita una quindicina di specie di orchidee e altrettante piante protette appartenenti a famiglie diverse, e una ventina di specie animali, dagli invertebrati come la falena dell’edera, il cervo volante e lo scarabeo rinoceronte, all’erpetofauna come il tritone crestato o il colubro liscio, sino ai mammiferi più grandi come il lupo. Inoltre l’Oasi rappresenta un rifugio sicuro per gli uccelli di passo durante le migrazioni e dà ospitalità a una cinquantina di specie di uccelli diverse cui offre l’opportunità di nidificare: alcune di queste sfruttano tale possibilità ogni anno in modo regolare, mentre altre lo fanno in modo più irregolare o saltuario.

All’Oasi Celestina sono presenti, tra la flora, il senecio paludoso Jacobaea paludosa, specie considerata “minacciata” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) ed è ritenuta specie di interesse regionale. Tra gli invertebrati, spicca per importanza la farfalla licena delle paludi Lycaena dispar, specie inserita, in ragione della sua rarità in Europa, nell’Allegato II della Direttiva “Habitat”. Con riferimento a tale Direttiva, in tutto sono 10 le entità faunistiche di interesse comunitario presenti nell’oasi: tre anfibi, due rettili, tre mammiferi e due lepidotteri. A cui si aggiungono le tante specie di uccelli, ben 23, che rientrano nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”, per il loro interesse conservazionistico. Tra queste, il cavaliere d’Italia Himantopus himantopus, la sterna comune Sterna hirundo e l’averla piccola Lanius collurio sono ormai nidificanti regolari nell’oasi, mentre le altre specie compaiono esclusivamente durante i passi o nel periodo di svernamento.

I siti Natura 2000, dislocati su tutto il territorio nazionale ed europeo, sono aree importanti per la conservazione della natura, in quanto presentano habitat e specie animali e vegetali rare e meritevoli di tutela. Più precisamente, si fa riferimento a due Direttive comunitarie, la direttiva “Habitat” 92/43/CEE e la direttiva “Uccelli” 09/147/CE, e ai rispettivi Allegati comprendenti gli elenchi delle varie specie e habitat individuati dall’Unione europea per il loro interesse conservazionistico. Sulla base della Direttiva Habitat vengono definiti i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), mentre sulla base alla Direttiva Uccelli si individuano le Zone di Protezione Speciale (ZPS).