L’intervento del presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini sul tema della denominazione della nuova Provincia di Reggio Emilia e Modena.

«Il provvedimento legislativo adottato dal governo ha avviato di fatto un processo di riordino che farà nascere nuovi ambiti territoriali, che non sono la continuità delle attuali Province, con funzioni esclusive ma fortemente ridotte e con organi di governo non eletti dal popolo ma da sindaci e consiglieri comunali. Ciascuno manterrà la propria identità.

Il buon senso, le forti affinità dei territori delle due province hanno convinto il sistema politico istituzionale e l’associazionismo economico che in questa fase di grande cambiamento fosse sbagliato rimanere da soli e che risultasse naturale la nascita di un ambito territoriale figlio del matrimonio di Reggio Emilia con Modena. C’è stato, come molti sanno, un dibattito con anche qualche asperità. C’erano attese diverse, peraltro legittime e meritevoli della massima attenzione da parte delle istituzioni di Reggio Emilia, ma alla fine il nostro atteggiamento sobrio, rispettoso, fortemente motivato e non pregiudizievole rispetto alle tesi altrui è stato premiato in quanto condiviso dall’intero sistema istituzionale regionale. Vorrei pure sottolineare che questa è una regione che nei tempi previsti, anzi con qualche giorno d’anticipo è riuscita a presentare al proprio consiglio, che credo ratificherà, una proposta senza che siano sorte guerre di “religione”, segno di responsabilità e maturità. Credo, proprio perché quello che nascerà è un diverso ambito territoriale e non una nuova identità, che sia di nessuna utilità aprire una polemica sulla nuova denominazione “Provincia di Reggio Emilia e Modena” (al proposito, l’altra Provincia emiliana sarà Piacenza e Parma). Nessuno è subalterno a nessuno. O meglio, il tema della subalternità, ma al cambiamento e all’innovazione, si porrà se rimaniamo fermi e non creiamo da subito una nuova relazione fra i due territori che, in attesa della nascita del nuovo ambito, unisca le istituzioni per delineare le prime azioni programmatiche e per misurarsi con la giunta regionale sui contenuti dei provvedimenti legislativi che verranno assunti al fine di definire una visione complessiva delle autonomie locali.