È discutibile la scelta di prendere a pretesto i tanti disagi, patiti dalla popolazione modenese in queste settimane di dopo terremoto, per fare pubblicità ad un PAL che ha mostrato in questa drammatica circostanza errori di programmazione commessi dalla politica modenese e dai tecnici. Grazie allo spirito di abnegazione del personale medico e non medico delle strutture ospedaliere e territoriali modenesi e alla prontezza dei soccorritori si è evitato il collasso. Non è affatto un vanto – come è stato detto – poter sostenere che la rete ha retto l’impatto della tragedia, fronteggiandola con 1.800 posti letto, molti infatti sono i letti doppi creati a Baggiovara o a Sassuolo e i malati trasferiti fuori provincia. Mi sembra evidente che, di fronte ad eventi inaspettati, la rete modenese è squilibrata, con 200 posti letto tagliati al Policlinico, che dalle parole del suo Direttore generale non si capisce quando verranno ripristinati pur essendo la struttura completamente agibile. Allora li rioccupi! Questa crisi ci mette davanti all’ipotesi di ridefinizione del PAL, partendo dalla possibilità di avere a Modena città un solo Ospedale ed un solo Direttore generale, eliminando il commissario liquidatore. Potenziando l’Ospedale di Pavullo per tutta l’area sud, mentre è necessaria la costruzione di un ospedale nuovo a servizio dei comprensori di Carpi e Mirandola, come suggerito anche dal Vescovo Tinti. In questo modo, con 3 strutture che si equivalgono sul piano della qualità, delle prestazioni e delle potenzialità, è possibile ridare motivazioni al mondo ospedaliero, troppe volte mortificato nelle sue istanze da politici arroganti, e recuperare fiducia da parte dei cittadini, che – quanto all’accesso facilitato ai servizi – hanno chiaramente percepito in questi drammatici giorni come ci siano cittadini di serie A, di serie B e di serie C e componenti mediche ascoltate e più influenti di altre, a prescindere dal valore e dal merito dei contributi offerti. Intendiamo smascherare tutto questo e ci impegneremo per restituire dignità all’ambiente medico e sanitario locale, non mancando di denunciare i comportamenti da “satrapo” di certi politici. Anche le parole del Ministro della Salute, pronunciate durante la sua visita alle zone terremotate -”I primi aiuti andranno all’ospedale di Carpi”-, dovrebbero essere lette come un monito nei confronti di chi regge le sorti della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, da cui ci aspettiamo parole altrettanto eloquenti sulla ricostruzione degli ospedali danneggiati e sulla opportunità di rivalutare il PAL.

(Dott.Domenico Amuso e Emilio Chiurlia, Dip. Sanità IDV Modena)