Si è svolta ieri sera, giovedì 14 giugno 2012, alle ore 18.30 nel Teatro Astoria, la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Fiorano Modenese, a Don Eligio Silvestri, onore concesso fino ad oggi soltanto ad Enzo Ferrari nel 1982 e all’imprenditore Franco Stefani, la cui cerimonia è programmata dopo l’estate. Come ha sottolineato il sindaco Claudio Pistoni, dopo un iniziale doveroso richiamo alla sofferenza della pianura emiliana colpita dal terremoto e alle iniziative avviate nel Comune, i valori dell’etica professionale e della solidarietà, che loro rappresentano, sono indiscutibili e, soprattutto in questi momenti difficili, devono essere alla base della nostra attività. La cittadinanza onoraria a Stefani è un messaggio alle imprese affinché il profitto si coniughi con l’etica e con l’attenzione alla comunità, quella di Don Eligio richiama i valori della carità e dalla solidarietà alla base della comunità fioranese.
Don Eligio Silvestri, nato a Castelfranco Emilia il 23 ottobre 1921 e ordinato sacerdote il 31 marzo 1945, è stato nominato arciprete della parrocchia di Fiorano il 15 settembre 1979 e vi è rimasto fino al 1997. Aveva iniziato il suo ministero come cappellano a Rivara, a San Felice; poi, come parroco, ad Albareto e nella modenese parrocchia di San Lazzaro, prima di ottenere dall’arcivescovo l’agognato permesso di andare missionario in Brasile, nella diocesi consorella di Goyàs. Costretto a tornare in Italia per essere vicino ai genitori anziani, è stato economo spirituale a Spezzano, Montecreto e Rocca Santa Maria.
“A Fiorano – è scritto nella delibera di conferimento approvata dal Consiglio Comunale su proposta della Giunta e dei capigruppo consiliari – Don Eligio contribuisce in modo determinante a dare nuovo impulso alla devozione per la Beata Vergine del Castello: con il sostegno della comunità parrocchiale, di privati e dell’amministrazione comunale consolida il colle, restaura l’interno e l’immagine miracolosa, organizza mostre, valorizza il patrimonio archivistico e la quadreria, riesce a fare inserire Fiorano fra le tappe della visita di Giovanni Paolo II a Modena e ad ottenere poi il titolo di basilica minore, aiutato da Don Rino Annovi, il sacerdote fioranese recentemente scomparso. Altrettanto vigore pone per le opere parrocchiali; finanzia il restauro dei dipinti e realizza il riscaldamento sotto il pavimento della chiesa di San Giovanni Battista; acquisisce attraverso donazioni i beni immobili che diventeranno centro parrocchiale e l’oratorio San Filippo Neri; ricostruisce il Cinema Primavera distrutto da un incendio; interviene sulle strutture del Coccapani, sia la scuola materna che la casa per gli anziani. Nel 1997 può tornare in Brasile, là dove ha lasciato il suo cuore e dove non l’hanno dimenticato. Ma stavolta anche i Fioranesi lo accompagnano e sostengono la sua missione svolta insieme a Don Maurizio Setti. L’amministrazione comunale stringe rapporti di amicizia con Itaberai e si impegna a contribuire a opere di utilità sociale; periodicamente, quando Don Eligio ritorna in Italia, viene accolto e ascoltato in Consiglio Comunale”.
Per il presidente del consiglio comunale Elisabetta Valenti “Don Eligio ha reso più vivo Fiorano e ci ha fatto capire, che volendo, con passione, possiamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti”.
Il sindaco Claudio Pistoni ha letto le motivazioni del conferimento: “Nello svolgimento del ministero sacerdotale a Spezzano e a Fiorano ha arricchito il nostro comune di importanti opere sociali e culturali come il centro parrocchiale e l’oratorio, ha ricostruito il cinema Primavera, ha trasformato in struttura protetta la casa per anziani Coccapani, ha restaurato la chiesa parrocchiale e il Santuario, ottenendo per il tempio della Beata Vergine del Castello il titolo di basilica minore e il rilancio della devozione popolare e dei pellegrinaggi; nel contempo, ha meritato il rispetto e l’affetto di tutti i Fioranesi grazie al suo quotidiano impegno per i poveri, per i senza lavoro, per gli immigrati, promuovendo la fratellanza fra le persone, contro ogni razzismo e discriminazione; ha deciso di continuare in Brasile la sua opera di solidarietà e il suo impegno per la dignità di ogni essere umano, coinvolgendo la comunità fioranese in un rapporto di amicizia con il comune di Itaberai che ha consentito di realizzare centri di studio, di ritrovo e di lavoro a favore dei giovani, dei disoccupati, delle donne”.
Sono quindi intervenuti i capigruppo: Matteo Orlandi di Fli assicura l’impegno che gli insegnamenti di Don Eligio rimangano e siano testimonianza nella comunità; per Graziano Bastai di Pdl Lega Nord “ci insegna a rivedere il nostro sistema di vita e a vedere la realtà con un occhio diverso”; Marco Biagini del Pd richiama il pensiero di Gandhi ‘Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo’ e la frase di un fornaio dei paesi terremotati ‘Dona il doppio, prendi la metà e non rimarrai mai senza’; Riccardo Amici di Idv richiama Madre Teresa di Calcutta ‘Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno’; per Davide Camellini di Italia al Centro è Fiorano a dovere essere onorato di avere un cittadino come Don Eligio; per Innocenzo Capano del Gruppo Misto è una persona straordinaria perché capace di dare moltissimo sia nella terra di origine che in quella d’adozione.
E’ poi intervenuto Don Eligio: “Il mio desiderio sarebbe di tornare in Brasile, anche se l’arcivescovo mi ha detto ‘Et mat?’, non per fare l’eroe, ma là mi sento più a mio agio”.
“Grazie a tutti per quello che avete scritto e detto di me, ma avete perso l’ottavo comandamento e detto una bugia. Ma chi sono io? Un contadino; non ho numeri, titoli, capacità straordinarie. Ho cercato di fare quello che mi detta la coscienza come sacerdote e come cittadino, sono una persona che si interessa del bene comune. Come voi, l’ho potuto costatare; avete fatto, state facendo e farete il vene dei fratelli. Ho cercato di stare con i più bisognosi e quelli che più possono, facendo quelle opere con una funzione sociale. Voglio ridere con chi ride e piangere con chi piange; servire prima di essere servito”.
Don Eligio ha amato Fiorano e il santuario ma il suo cuore è indubbiamente oltre l’oceano: “E’ gente umana, semplice. Ci sono i molto ricchi e i molto poveri. Là ci tornerei, sono amico di tutti. Si dà ma è più quello che si riceve. Ci si accorge che il bene e il buono ci sono. Io sono ‘basso’, in Italia sono tutti altolocati, là sento la mia famiglia. Vi confesso che ho avuto la cittadinanza onoraria anche da Itaberai”. “Ho cercato di fare opere per la promozione umana e religiosa. Ma in realtà sono merito vostro, grazie al patto di amicizia con Fiorano, iniziato con il sindaco Pagani e proseguito con il sindaco Pistoni, che ha permesso di costruire due edifici per i lavoratori e una scuola oggi frequentata da più di quattrocento alunni. Brava Fiorano! W Fiorano!”.
Don Eligio ha quindi consegnato al sindaco Claudio Pistoni una immagine distribuita durante la festa annuale in occasione del raccolto del riso, che rappresenta un lavoratore giornaliero e ha concluso dicendo: “Siamo tutti cittadini onorari del regno di Dio, in terra e nel cielo. Le cose buone che fate sono benedette e degne di ammirazione”.
Pistoni ha donato a Don Eligio un quadro del pittore fioranese Luciano Ossetti raffigurante un panorama fioranese con la Basilica della Beata Vergine del Castello.