“L’impegno economico per il carcere in questo ultimo anno è stato significativo, come pure importante è stato il lavoro di rete che ha ulteriormente valorizzato l’impegno delle istituzioni e la collaborazione con il terzo settore e il volontariato. Ciò nonostante il carcere resta in emergenza, e questo rapporto vuole ancora una volta denunciare l’enormità di lavoro ancora da fare perché la giusta pena sia davvero ispirata ai più elementari principi costituzionali”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, che oggi ha presentato in Giunta la relazione annuale sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna, elaborata dalla Regione per il 2011.

La popolazione carceraria in Emilia-Romagna

Il rapporto, che non ha dimenticato di ricordare le misure straordinarie in atto in questi giorni per far fronte alle ulteriori difficoltà degli istituti penitenziari dei territori colpiti dal sisma, traccia il profilo della popolazione carceraria a dicembre 2011. Per la prima volta dopo molti anni il numero dei detenuti è in leggero calo: si passa infatti dai 4.373 detenuti del 2010 ai 4.000 del 2011. Di questi, 3.855 sono uomini e 145 le donne. Sono 2.065 gli stranieri (51,62% del totale, contro una media nazionale del 36,14%).

Circa le tipologie di reato, in Emilia-Romagna i reati contro il patrimonio sono al primo posto (57% ad opera di italiani e 34% di stranieri). I reati contro la persona sono la seconda causa di carcerazione per gli italiani, mentre il 56,5% dei detenuti stranieri è in carcere per reati legati alla droga, contro il 31% dei detenuti italiani.

Nonostante il graduale e costante incremento delle misure alternative alla detenzione in carcere (1.263 nel 2011 contro le 804 del 2008) il tasso di sovraffollamento medio rispetto alla capienza regolamentare (2.394) resta superiore al 160%. Nel dettaglio, nelle strutture di Bologna e Ravenna i detenuti sono più del doppio, mentre nelle carceri di Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Ferrara il sovraffollamento va oltre il 170%.

Rispetto alla posizione giuridica, in Emilia-Romagna risultano condannati in via definitiva 2.023 detenuti (50,5%), mentre il 20% della popolazione carceraria è in attesa del giudizio di primo grado e il 41,9% è stata condannata in via non definitiva.

In carcere lavora il 17,12% dei detenuti: 654 persone (312 stranieri) sono alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e 31 di imprese o cooperative esterne. I lavori più diffusi sono quelli di tipo domestico anche se vengono svolte anche altri tipi di attività come la manutenzione degli immobili, del verde e lavori agricoli.

L’intervento della Regione

Le attività e gli interventi che la Regione svolge a favore di detenuti ed ex-detenuti sono regolate da Protocolli d’intesa siglati con il ministero della Giustizia, e riguardano attività svolte sia durante la carcerazione che nel periodo successivo per il reinserimento sociale.

Lo strumento principale per la reinclusione degli ex detenuti è costituito dai finanziamenti regionali ai Comuni sedi di carcere, previsti dal Programma regionale per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, affidato alla progettazione dei Piani sociali di zona.

Le risorse per il 2011 sono state complessivamente pari 1 milione e 400 mila euro. Nel dettaglio, la Regione ha destinato 245 mila euro al programma carcere, ai quali si somma la quota di cofinanziamento da parte degli Enti locali di 214 mila euro. Inoltre è stato confermato il contributo regionale di 100 mila euro, previsto dalla legge regionale n. 3/2008 su “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna”, al quale alcuni Comuni hanno aggiunto una piccola quota di cofinanziamento.

Per il progetto Teatro Carcere le risorse regionali sono state pari a 30 mila euro. Sono state inoltre impegnati 21 mila e 500 euro per la prima annualità del progetto “Cittadini Sempre” per la messa in rete del volontariato carcerario.

Attraverso il Fondo sociale europeo, le Province hanno finanziato con 626 mila euro progetti per la formazione e l’inserimento lavorativo di detenuti.

Ingente è anche l’impegno per quanto riguarda la salute negli Istituti penitenziari, sono state infatti destinate risorse pari a 17 milioni di euro. Di queste oltre 12 milioni di euro sono risorse assegnate alla Regione Emilia-Romagna dal Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito del riparto del fondo per la medicina penitenziaria, ripartite per le diverse Aziende Sanitarie dei comuni sede di carcere, alle quali va aggiunta l’azienda sanitaria di Cesena e quella di Imola. Particolare rilevanza è stata data al progetto “Salute mentale in carcere”, con la finalità di costituire un’equipe psichiatrica negli Istituti penitenziari della Regione.