Come PSI dell’Emilia Romagna, dopo aver ascoltato incontrato i nostri e non solo amministratori locali delle zone colpite dal sisma, abbiamo percepito che le amministrazioni locali necessitano, di liquidità finanziarie immediatamente disponibili per avviare da subito i processi di ricostruzione.
In queste ore il governo in accordo con le regioni, in particolare con il presidente Errani, sta ponendo in essere provvedimenti per aiutare i territori colpiti del territorio, ma crediamo che anche la politica ed in particolare coloro che sono stati eletti dai cittadini, i manager delle aziende pubbliche, di quelle a partecipazione pubblica come le nostre IREN ed HERA tanto per citarne due, debbano fare qualcosa direttamente.
Come PSI dell’Emilia Romagna, proponiamo che:
• 7,5 milioni di euro si recuperino dalle indennità dei parlamentari italiani (deputati e senatori) che nel complesso sono 945. I quali possono destinare, con atto comune pubblico e vincolante assunto in parlamento, almeno 1000 euro al mese (considerando almeno i mesi, da maggio a dicembre 2012) della loro indennità, alle popolazioni terremotate con vincolo che siano a disposizione immediata delle autorità locali.
• 1 milione e 40mila euro potrebbero essere recuperati dalle indennità dei consiglieri regionali dell’Emilia Romagna e della Lombardia (in totale sono 130) che con atto politico e pubblico, in consiglio regionale decidano di destinare 1000 euro della propria indennità (almeno da maggio a giugno 2012) alle popolazioni colpite del terremoto con vincolo che tali risorse siano ad immediata disposizione delle amministrazioni locali.
• Altre risorse, immediatamente disponibili, che non possiamo quantificare, sono recuperabili da tutti i dirigenti, amministratori, delle aziende pubbliche o partecipate, in primis delle regioni colpite dal sisma, se ponessero in essere la stessa pratica.
Sono fondi non certamente sufficienti “ma meglio pochi e subito”, in fondo gli stipendi dei parlamentari, dei consiglieri regionali, degli amministratori e dirigenti delle aziende pubbliche o partecipate possono essere erogati se i cittadini pagano le tasse, quelli delle zone terremotate l’ho hanno fatto fino ad ora.
Potremmo dire: “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”.
Riteniamo che la liquidità finanziaria immediata a disposizione delle amministrazioni locali, ricordando che i sindaci sono i vice commissari per l’emergenza, consentirebbe ai sindaci stessi di;
• attivare da subito le procedure per ricostruire evitando speculazioni su innalzamento dei costi per opere che oggi potrebbero costare il giusto e domani lievitare ingiustificatamente o lievitare perché quello oggi e precario e si può sistemare, col tempo potrebbe essere da ricostruire del tutto;
• utilizzare le liquidità per consentire alle imprese ancora attive di ripartire subito, garantendo la continuità produttiva e i posti di lavoro;
• utilizzare le liquidità per attivare aziende delle zone interessate in ambito della ricostruzione per dando cosi lavoro alle imprese delle zone che potrebbero anche creare nuovi posti di lavoro per coloro che lo hanno perso
Speriamo che la nostra proposta possa essere ascoltata per dare un immediato aiuto a chi ha bisogno oltre che un segnale concreto dei rappresentati della politica verso i loro elettori.