Trentamila euro – che vanno a sommarsi alle risorse messe a disposizione dalle Fondazioni bancarie del territorio – per il fondo “salvasfratti”, 150 mila euro per interventi di messa a norma di istituti scolastici e il ripristino di tratti stradali danneggiati dal maltempo, 440 mila euro per i servizi di sgombero neve per l’anno 2012, e altri 120 mila per l’acquisto di sale antigelo per la prossima stagione invernale. Sono alcune cifre della prima variazione di bilancio 2012 della Provincia di Modena approvata mercoledì 18 aprile dal Consiglio provinciale, insieme al consuntivo 2011, con il voto di Pd, Italia dei valori e gruppo misto; astenuta Udc, contrari Pdl e Lega Nord.
La variazione, illustrata dall’assessore al Bilancio Marcella Valentini, ha un importo complessivo di 7 milioni 432 mila euro. Di questi, oltre 6 milioni sono di entrate vincolate, in gran parte arrivate dalla Regione per la formazione professionale (un milione e mezzo di euro) e l’inserimento dei disabili (due milioni) e dall’Unione europea per progetti comunitari. Sul fronte delle maggiori entrate proprie si registrano i 519 mila euro dei dividendi di Autobrennero (15 euro ad azione) e l’utilizzo dell’avanzo di bilancio 2011 disponibile, pari a circa 400 mila euro.
Respinto – con il solo voto a favore di Pdl, Lega Nord e Udc e l’astensione dell’Idv – l’emendamento presentato da Dante Mazzi (Pdl) che proponeva di ridurre di 30 mila euro lo stanziamento per la procedura negoziata di acquisto del sale antigelo (programmata in questa stagione per ottenere prezzi più vantaggiosi) e di destinare la stessa cifra quale contributo per il “salvataggio” dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti.
Il presidente della Provincia Emilio Sabattini, pur riconoscendo «il valore indiscutibile dell’Accademia e del suo patrimonio librario», ha motivato la richiesta della Giunta al Consiglio di respingere l’emendamento con il fatto che «si tratta di un soggetto privato. Già tre anni fa fu proposto, senza successo, al presidente di modificare lo statuto per poter interagire con il sistema pubblico. Il problema – ha aggiunto – è strutturale e come tale va affrontato, perché l’attuale sistema di gestione non regge. Ma in questo momento di crisi economica – ha concluso – le emergenze sono infinite, non solo in campo culturale, e questo contributo creerebbe un precedente». Di diverso avviso Dante Mazzi, per il quale «non basta la solidarietà, servono risorse per superare un’emergenza: o si interviene subito oppure potrebbe essere troppo tardi. La cifra può anche essere ridotta, l’importante è dare un segno alla città, non possiamo chiedere ad altri di contribuire se noi non diamo un esempio concreto. Evidentemente a Modena ci sono figli e figliastri perché ci sono associazioni che i contributi li hanno ricevuti anche in questo momento di sofferenza dei bilanci pubblici». Per Luca Gozzoli (Pd) «siamo di fronte a un’enorme disparità tra ricchezza privata e povertà pubblica, e istituzioni importanti come l’Accademia dovrebbero beneficiare di interventi privati, soprattutto in un momento così drammatico per i bilanci degli enti locali». Patrizia Cuzzani (Gruppo misto) ha fatto appello alle «fondazioni per intervenire a sostegno di un’istituzione importante, che deve salvaguardare la propria identità». Per Fabio Vicenzi (Udc) «il problema non è lo scontro ideologico tra pubblico e privato, ma collaborare insieme». Bruno Rinaldi (Pdl) ha osservato come l’Accademia, «nata in epoca ducale, dopo aver attraversato il Risorgimento ed essere sopravvissuta a due guerre, sia destinata a morire oggi. In ogni caso non si creerebbe un precedente perché di enti con tali caratteristiche non ce ne sono altri», mentre Denis Zavatti (Lega Nord), pur «non convinto per la cifra proposta dall’emendamento», ha risposto che «anche se siamo in tempi di crisi, dare un contributo ad un’associazione culturale non costituisce certo un precedente». Sergio Pederzini (Idv), annunciando il voto di astensione, ha ricordato «la politica dissennata di tagli alla cultura a livello centrale negli ultimi anni», sottolineando come, in mancanza di interventi strutturali, «l’anno prossimo l’Accademia si troverà nelle medesime condizioni». Mazzi, che nelle dichiarazioni di voto si è detto «deluso per non essere riuscito a far comprendere lo spirito della proposta che avrei voluto condividere con l’intero Consiglio».