“L’Assemblea legislativa vede nelle attività sulla Memoria un modo alto e autorevole per realizzare la propria missione statutaria”. Si è aperto con queste parole l’intervento che il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Matteo Richetti, ha pronunciato questa mattina, domenica 1 aprile, a Parigi, all’apertura del secondo modulo di formazione del Seminario “L’eredità di Auschwitz e dei genocidi del XX secolo. Insegnare la storia per educare ai diritti umani”, che si è tenuta nella sede del Mémorial de la Shoah, nell’ambito della Convenzione che lega i due enti dal 2010.
Un impegno a mantenere viva la Memoria – ha aggiunto Richetti – che si è esplicato anche con l’approvazione unanime dell’Assemblea, nel 2008, di una legge finalizzata a incentivare il recupero della memoria dei Giusti, di quelle persone, cioè, che in contesti difficilissimi operarono a rischio della propria vita per salvare altri esseri umani di religione ebraica.
Uno degli elementi centrali per la promozione della Memoria attiva tra i giovani – ha poi spiegato il presidente – è infatti la possibilità di coniugarla con il senso di responsabilità collettiva. In quest’ottica, la figura dei Giusti può stimolare in ciascuno la consapevolezza del valore dei diritti umani e della partecipazione democratica.
”Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”: Richetti, pronunciando questa frase, ha quindi citato Primo Levi, una delle maggiori voci della Memoria italiana, di cui ricorrono nell’aprile di quest’anno i 25 anni dalla scomparsa, e ha ricordato l’impegno particolare dell’Assemblea sul tema della persecuzione dei gruppi minoritari e della Shoah. La Convenzione stipulata con il Mémorial de la Shoah di Parigi, nel marzo 2010, si inserisce perciò a pieno titolo nel perseguimento di questi obiettivi, soprattutto in considerazione del grande spessore culturale e del rigore con cui il Mémorial persegue la ricerca storica, la divulgazione delle conoscenze e delle memorie, e la formazione degli educatori.
Il presidente ha poi ricordato che la collaborazione con l’ente parigino ha portato l’Assemblea legislativa ad acquisire l’edizione italiana della mostra “La Shoah in Europa”, inaugurata il 27 gennaio 2011, data in cui si celebra il “Giorno della memoria”, nel palazzo dell’Archiginnasio a Bologna. Oggi questa mostra è parte integrante del patrimonio espositivo sulla Memoria che l’Assemblea mette a disposizione di chi voglia farne un momento di riflessione. Altra tappa importante della collaborazione tra i due enti è quella che porterà a Bologna la Mostra sullo sport e il nazionalsocialismo (“Le sport européen à l’épreuve du nazisme”- nella versione italiana “Berlino 1936 – Londra 1948. Le Olimpiadi e lo sport nell’Europa sotto il nazionalsocialismo”) attualmente allestita al Mémorial, con la previsione di momenti formativi per le scuole e diversi appuntamenti culturali.
Richetti ha poi affermato che il progetto di formazione storico-pedagogica, avviatosi a Bologna, ha coinvolto oltre 120 formatori che hanno potuto ascoltare le lezioni di grandi esperti internazionali sul senso dell’insegnamento della Shoah. Il suo proseguimento, nelle tre giornate parigine, servirà a fare il punto su uno studio comparativo dei genocidi e dei crimini contro l’umanità.
“La Shoah – ha evidenziato Richetti – ha cambiato la storia” ed è “tanto più urgente partire dalla Shoah”, a fronte della consapevolezza della scarsa conoscenza, da parte delle nuove generazioni, rispetto a quanto è stato: emerge infatti un pericoloso legame tra l’ignoranza della storia, lo scarso interesse per i temi di impegno civile e sociale e gli atteggiamenti xenofobi e razzisti. A dircelo sono: un recente sondaggio (febbraio 2010) presentato alla Camera dei Deputati, da cui emerge che circa il 45% dei giovani in Italia si dichiara razzista, e un monitoraggio realizzato dalla Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza che offre un quadro poco rassicurante della situazione nei Paesi europei e il recente tragico episodio della scuola ebraica di Tolosa ne è esempio.
A parere di Richetti, questi fatti sono un duro monito sulle degenerazioni che certi discorsi politici antisionisti, antisemiti e xenofobi possono alimentare in gruppi estremisti: vi sono infatti focolai ancora accesi che la crisi rischia di far divampare.
Una crisi economica, ma anche una crisi identitaria su cui è quindi necessario lavorare con la massima attenzione, per tenere alta la guardia e costruire quegli anticorpi, che, attraverso la conoscenza, la memoria e la consapevolezza, impediscano il riaffiorare e il manifestarsi dei fantasmi del passato.