In Italia, il divorzio e la separazione costituiscono un fenomeno di portata nuova che riguarda ormai una parte consistente della popolazione. Se da un lato si assiste alla crescente difficoltà per le coppie di stare insieme, dall’altro non meno problematica risulta la fine dell’unione, che può sfociare in una separazione conflittuale. Nel 2009 le separazioni nel nostro Paese sono state circa 86 mila e i divorzi oltre 54 mila (dati Istat).

Il 66,4% delle separazioni e il 60,7% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli. Il numero dei minori coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori è stato di quasi 100 mila nelle separazioni e di poco meno di 52 mila nei divorzi. Metà di questi bambini e bambine sono contesi.

Liti, disaccordi e conflitti, trascinati dalla coppia nelle aule dei tribunali, possono procurare gravi sofferenze, forti complicazioni personali e familiari, con negative conseguenze sul piano psicologico e giuridico, in particolare, quando ci sono figli e figlie.

Circa il 44 per cento delle oltre 6.300 donne che si sono rivolte in questi anni ai servizi gratuiti di sostegno, informazione e consulenza dell’Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena, ha chiesto informazioni sulla separazione. Esse lamentano disagi e sofferenze dovute all’impossibilità di riorganizzare emotivamente e pragmaticamente la propria vita, sia a causa degli insuperabili disaccordi con il partner e le conseguenti snervanti liti in ambito giudiziario che prolungano all’infinito le decisioni del tribunale, sia a causa delle disposizioni da esso adottate, che quasi mai soddisfano le esigenze di entrambi i coniugi, in quanto imposte e non preventivamente concordate.

“L’urgenza e la rilevanza di queste problematiche che tanto affliggono le donne e le famiglie –dichiara Giovanna Zanolini, presidente dell’Associazione Gruppo Donne e Giustizia- hanno condotto la nostra Associazione ad interrogarsi sulla necessità di cambiare la dimensione sociale e la portata emotiva generata dalle conflittualità familiari, così come l’inadeguatezza delle risposte dei Tribunali, del resto riconosciuta dagli stessi ambienti giudiziari, e sulla necessità, espressa e condivisa da vari soggetti sociali e istituzionali, di promuovere e diffondere una diversa cultura e un diverso approccio dell’evento separativo”.

Vanno in questa direzione due nuovi metodi, complementari alla tradizionale via giudiziaria, sempre più diffusi in Italia e da tempo sperimentati all’estero: la mediazione familiare e il più recente diritto collaborativo.

Percorsi in grado di rendere protagonisti e responsabili i soggetti interessati e capaci di vivere la situazione, pur nella drammaticità dell’evento, con meno ostilità e più equilibrio. Nuovi sistemi che possono aiutare la coppia che decide di porre fine al matrimonio o alla convivenza ad uscire da una persistente conflittualità, accompagnandola nella costruzione di accordi di separazione soddisfacenti per entrambi i coniugi o partners, nel pieno rispetto delle necessità affettive, relazionali ed economiche dei figli

Questi temi saranno al centro del confronto con i maggiori esperti ed esperte, nel seminario informativo e di sensibilizzazione “Mediazione e Diritto collaborativo nella conflittualità familiare”.in programma giovedì 29 marzo 2012, presso la sala Teatro della Fondazione S. Carlo, in Via S. Carlo, 5 a Modena.

La giornata di studi, aperta a tutta la cittadinanza, è rivolto in particolare a Istituzioni, magistrati, avvocati e operatori sociali, quale punto di partenza per l’avvio di piani collaborativi tra i diversi enti, organismi e persone coinvolte.

Il seminario è promosso dall’Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena, con il sostegno della Fondazione Cassa Risparmio di Modena e il patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Modena.

Il seminario è accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Modena per 6 crediti formativi.