Un anno di celebrazioni che hanno segnato una distanza importante rispetto all’avvio del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, accrescendo nel Paese la consapevolezza di un’appartenenza da consegnare all’Europa come eredità di un percorso unitario, difficile ma fecondo, da proseguire guardando orgogliosamente ad un futuro che si costruisce con un senso di unità che va oltre i confini nazionali.
Con questa riflessione del presidente dell’Assemblea legislativa, Matteo Richetti, si è aperto in mattinata, nella sede della Regione Emilia-Romagna, l’incontro organizzato a conclusione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, al quale è intervenuto il presidente della Giunta Vasco Errani, alla presenza di numerosi rappresentati delle autorità politiche, civili (molte le fasce tricolori in sala) e militari in rappresentanza di tutto il territorio regionale, ma anche di studenti e insegnanti.
“L’Italia del 16 marzo del 2012, rispetto all’Italia del 16 marzo del 2011 ha uno sguardo diverso”. – osserva il presidente Richetti – Le numerose iniziative che si sono tenute in tutto il Paese per il 150° sono state un’occasione “per capire che gli italiani sono orgogliosi di essere italiani”. Un sentimento che rappresenta “un valore condiviso perché interiorizzato in profondità”. Di ciò bisogna dare atto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “al quale credo siamo tutti profondamente grati per aver intercettato, incanalato e incarnato nel modo più autentico e costruttivo possibile, questo sentimento nazionale” E se, come ha suggerito il presidente Napolitano, le celebrazioni hanno avuto tra la funzione di “suscitare le risposte collettive di cui c’è più bisogno: orgoglio e fiducia; coscienza critica dei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide da affrontare; senso della missione e dell’unità nazionale”, sottolinea ancora Richetti, possiamo dire di esserci avvinati all’obiettivo in maniera significativa, grazie anche al contributo delle istituzioni il cui lavoro deve essere improntato alla competenza e responsabilità. Quale eredità politica e culturale è quindi quella da consegnare ai giovani e all’Europa, a conclusione di quest’anno di celebrazioni? La consapevolezza che questo cammino unitario, faticoso e tortuoso “non ce lo regala nessuno”, come ci ricordano l’odierno anniversario del rapimento di Aldo Moro e l’imminente anniversario dell’assassinio di Marco Biagi, due episodi della nostra storia che hanno rappresentato un tentativo di minare fortemente l’unità del Paese. Bisogna quindi essere protagonisti di un cambiamento. L’auspicio del presidente dell’Assemblea: “un’Italia unita che, come cantava Lucio Dalla, si chiamerà Futura, nella quale aumenti la coesione sociale e ci si tenga di più per mano”.
Europa e futuro anche i temi affrontati dal presidente della Regione, Vasco Errani, nel suo intervento conclusivo, nel quale ha sottolineato, a sua volta, il merito del presidente della Repubblica Napolitano di aver voluto e saputo proporre non una semplice celebrazione, ma una “riflessione in grado di riscoprire e rimotivare le ragioni di un popolo rimettendo al centro le ragioni della nostra Patria”. Un’esperienza – ha detto – che, indipendentemente dai diversi modi di pensare, deve servire a mettere al centro il nostro agire il bene comune e dare le risposte di cui il Paese ha bisogno. Obiettivo decisivo è quindi quello di “ridare valore alle istituzioni” per ricucire la frattura tra queste e i cittadini, aprendo una stagione delle riforme per dare maggior efficacia ed efficienza alle funzioni di governo. Un impegno che riguarda tutti i livelli istituzionali e tutti i soggetti che operano nella società. Ma non basta riformare mercato del lavoro, pensioni, spesa pubblica, occorre riuscire a rimettere al centro “ciò che vale e dare prospettive alla nostra comunità, costruire un nuovo orizzonte”, promuovendo “un nuovo umanesimo, che rimetta al centro il civismo e la volontà di stare insieme”, tralasciando visioni di “piccole patrie”. “Il nostro futuro – ha concluso Errani – si chiama rilancio della Casa europea, solo costruendo quest’Europa, questo nostro Paese che ha ancora molto da dire, può avere un futuro”.
Nel suo intervento Angelo Varni ha fatto il punto sulle iniziative intraprese per il 150° dell’Unità d’Italia dall’Istituto per i beni artistici e culturali dell’Emilia-Romagna, di cui è presidente. Tra queste, la pubblicazione di un ricco volume dal titolo: “Monumenti Tricolori. Sculture celebrative e lapidi commemorative del Risorgimento in Emilia-Romagna”, a cura di Orlando Piraccini, dal quale prende spunto la mostra con lo stesso titolo, inaugurata oggi nei locali dell’Assemblea (viale aldo Moro, 50 – Bologna) e che rimarrà aperta al pubblico fino al 6 aprile 2012. Per l’occasione è stata realizzata una mini guida che sarà distribuita gratuitamente ai visitatori dell’esposizione.
La mostra ideata da Orlando Piraccini, con il coordinamento di Carlo Tovoli e la fotografia di Costantino Ferlauto, intende promuovere la conoscenza di un patrimonio diffuso di storia e arte particolarmente importante rappresentato dai monumenti e dalle memorie lapidee epigrafiche e le effigi murate presenti nelle città e nei paesi della nostra regione. Oltre che sull’originaria funzione di tramandare la memoria delle vicende unitarie, viene qui richiamata l’attenzione anche sull’effettivo pregio artistico di sculture “d’autore”, per le quali pure si pongono seri problemi d’ordine conservativo.
Presentata anche la Carta dei “percorsi risorgimentali in Emilia–Romagna” a cura dell’Ibacn e della Rete degli Istituti storici dell’Emilia-Romagna: ‘Tracce del Risorgimento in Emilia-Romagna’ distribuita gratuitamente oggi con “Il Resto del Carlino”.
Nel corso della mattinata si sono esibiti in concerto con un repertorio di brani di epoca risorgimentale gli allievi dell’Istituto superiore di Studi Musicali O. Vecchi-A.Tonelli di Modena e dell’Istituto Superiore di Studi Musicali A. Peri di Reggio Emilia.