Prosegue spedita la marcia dell’equometro, il nuovo sistema di verifica della situazione patrimoniale e reddituale dei cittadini ideato dalla Provincia di Reggio Emilia per valutare appunto in maniera più equa le richieste di ogni genere di aiuto o agevolazione pubblica (servizi, sussidi, buoni-libro, borse di studio, agevolazioni ecc.).

Martedì mattina, in una Sala del Consiglio gremita, il vicepresidente Pierluigi Saccardi, da mesi in prima linea contro i finti poveri e i troppi furbetti che gravano sui conti pubblici, ha infatti illustrato l’equometro ad amministratori e tecnici dei Comuni reggiani. Il nuovo strumento – che nei prossimi giorni verrà presentato anche alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati – è stato accolto con grande entusiasmo dai rappresentanti dei Comuni, molti dei quali si sono detti disponibili a sperimentarlo a loro volta. Un primo test è infatti partito la scorsa settimana con l’apertura da parte della Provincia di Reggio Emilia di un altro innovativo servizio, lo Sportello del cittadino, rivolto a tutti coloro che necessitano di consulenze in materia amministrativa, fiscale, finanziaria e legale e che da giovedì è operativo presso i sei Centri per l’impiego della Provincia dislocati a Reggio, Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Montecchio e Scandiano. La consulenza di un commercialista, di un consulente del lavoro o di un avvocato sarà infatti gratuita per tutti coloro che, sulla base dell’equometro, risulteranno al di sotto di un determinato coefficiente individuato sulla base di una serie di indicatori reddituali-patrimoniali-familiari e di dati di spesa o di consumi che “sfuggono” al tradizionale Ise.

“L’equometro è uno strumento indispensabile per dichiarare guerra non alla povertà, ma ai finti poveri, e dunque per utilizzare al meglio le sempre più scarse risorse pubbliche, aiutando chi ha davvero bisogno”, ha detto il vicepresidente Pierluigi Saccardi garantendo ai Comuni la massima disponibilità della Provincia ad approfondire l’argomenti nei singoli Comuni e a sviluppare insieme a loro le eventuali sperimentazioni. “Un altro punto di forza dell’equometro è infatti rappresentato dalla sua massima adattabilità alle diverse esigenze ed anche alle diverse ‘sensibilità’ dei singoli enti, nonché alla tipologia di servizio o di aiuto pubblico che si intende erogare”, conclude Saccardi.