Il Partito Democratico del Centro Storico, insieme al Coordinamento Cittadino PD e alla Fondazione “Reggio Tricolore” organizzano un convegno di studi dal titolo:”La cultura del cambiamento, Renzo Bonazzi, Sindaco di Reggio Emilia (1962-1976)” che si terrà sabato 18 febbraio dalle 9,30 alle 13, presso la Sala degli Specchi del Teatro Valli di Reggio Emilia.

Il convegno, presieduto da Moreno Veronese, segretario del Circolo PD del Centro Storico e con l’introduzione di Luca Vecchi, capogruppo PD del Consiglio Comunale di Reggio Emilia, prevede le comunicazioni di Giuseppe Gherpelli, direttore generale della Fondazione I Teatri: “Innovazione e contemporaneità nelle politiche della cultura”, Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio Children: “Una pedagogia per una città: Renzo Bonazzi e Loris Malaguzzi”, Renato Barilli, critico e storico letterario e d’arte: “Renzo Bonazzi. Un grande sostenitore delle neoavanguardie”, Anna Finocchiaro, presidente gruppo PD Senato:”Il rapporto fra politica, cultura e competenze nell’Italia di oggi”.

Nel corso del convegno sarà proiettata la testimonianza video di Romano Prodi, impegnato in un ciclo di lezioni presso università straniere, e un estratto del film realizzato per la RAI da Nino Criscenti, dedicato a Maurizio Pollini e all’esperienza di “Musica e Realtà”, dove compare una intervista di Renzo Bonazzi e una documentazione filmata della Reggio dell’epoca.

Il convegno vedrà le conclusioni del sindaco Graziano Delrio.

Promuovere oggi un convegno di studi dedicato a Renzo Bonazzi vuole in primo luogo essere un doveroso omaggio, a circa due anni dalla scomparsa, ad un uomo che ha svolto un ruolo propulsivo per lo sviluppo della città coniugando saperi, spirito di tolleranza e neovanguardie con un approccio culturale non convenzionale e celebrativo.

Le testimonianze raccolte di assessori impegnati nella sua giunta, collaboratori, colleghi, cittadini, lo ritraggono come un sindaco capace di grandi mediazioni politiche guidate da una brillante intelligenza, una innata eleganza unite a un fare modesto, rispetto delle competenze e assoluta onestà. Queste innegabili qualità, riconosciute anche dagli avversari politici, hanno consentito di sviluppare un processo già in atto a Reggio Emilia agli inizi degli anni ’60 e sviluppatosi fino alla metà degli anni ’70, periodo nel quale Renzo Bonazzi fu sindaco per oltre 14 anni. Furono quelli gli anni nei quali Reggio Emilia seppe conquistarsi uno spazio, seppe giocare i propri deficit in modo positivo e competitivo, creando un luogo aperto al dialogo e al confronto. Una opportunità per un capoluogo ancora privo di università di divenire laboratorio sperimentale per la cultura, la musica, la poesia, l’educazione. Un luogo dal quale far partire aiuti per le popolazioni dell’Africa, in particolare del Mozambico, e per intervenire nei grandi temi politici mondiali, la guerra del Vietnam, la solidarietà con le popolazioni colpite dalla guerra, le relazioni internazionali e i gemellaggi.

E ancora la costruzione dei nuovi quartieri, il decentramento, i vigili di quartiere, la mobilità, la pianificazione urbanistica. Tutto questo con un’attenzione alle esigenze dei cittadini in un periodo dove il governo centrale osteggiava le autonomie locali.

Furono quelli gli anni nei quali il Gruppo 63, con Nanni Balestrini, Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Adriano Spatola, Attilio Bertolucci, Corrado Costa, Nanni Scolari, Renato Barilli e altri, fondò il progetto nazionale a Reggio Emilia, in collaborazione con la rivista “Malebolge”; in cui il Living Theatre produsse a Reggio Emilia l’opera “Frankestein”; grandi musicisti quali Luigi Nono, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, il Quartetto Italiano, presero parte a “Musica e realtà”, un progetto guidato da Luigi Pestalozza e Armando Gentilucci, per la diffusione della musica contemporanea. In quel contesto, vennero organizzate la grande mostra dedicata a Arnold Schoenberg e a M.C.Escher. Sempre in quegli anni, l’archivio del filosofo Antonio Banfi venne donato alla città e venne istituito l’Istituto Banfi; fu il periodo nel quale, dopo il ritorno alla gestione pubblica del Teatro Municipale avvenuta alla fine degli anni ’50, anche le Biblioteche divennero istituzioni aperte e decentrate; i Musei, guidati da Giancarlo Ambrosetti rilanciarono la propria attività; il poeta Rafael Alberti, in fuga dalla dittatura spagnola, offrì alla città frequenti incontri pubblici di poesia; Loris Malaguzzi diede vita al progetto delle Scuole Comunali per l’infanzia e toccò a Bonazzi di inaugurare la scuola materna “Diana”.

Partendo proprio da tutti questi importanti avvenimenti politici, culturali e formativi, il Circolo PD del Centro Storico, al quale lo stesso Bonazzi era iscritto, ha saputo avvalersi dei contributi emersi, quali quelli di Antonio Bernardi, Eletta Bertani, Lorenzo Capitani, Loretta Giaroni, Elena Montecchi, Nando Rinaldi, Roberta Rivi, Giorgio Salsi, Adriano Vignali, Antonio Zambonelli. Così, si è delineata l’impostazione del convegno che ha attribuito particolare attenzione al cambiamento vissuto dalla città negli anni ’60 e ’70, a tutte quelle trasformazioni avvenute da “paesone” agricolo a città manufatturiera, con la nascita e lo sviluppo di movimenti legati o anticipatori dell’esperianza del ’68 e del movimento femminile (poi femminista). La convinzione collegiale emersa è che l’impegno di Renzo Bonazzi per la valorizzazione della cultura e il suo sostegno alle iniziative culturali innovative, furono parte integrante dei generali “fermenti” di cambiamento che caratterizzarono quello che fu un periodo fondamentale per la città di Reggio Emilia e del territorio provinciale.

Ricca la cartella del convegno che raccoglierà testimonianze video, fra le quali l’intervista di Ugo Benassi (successore di Bonazzi, al quale conferì il 2 giugno del 1976 la medaglia d’oro di riconoscenza dell’Amministrazione Comunale per l’opera svolta nei 14 anni precedenti), Loretta Giaroni, Otello Montanari, e molte altre testimonianze scritte, fra le quali quelle di Eletta Bertani, Ermanno Borghi, Alessandro Carri, Pierluigi Castagnetti, Dino Felisetti, Ermete Fiaccadori, Primo Francescotti, Giordano Gasparini, Ermanno Pignatti, Adriano Vignali.

Una occasione, quella del convegno dedicato a Renzo Bonazzi, per riflettere su una figura che tanto impulso ha dato alla propria città, e sul come il patrimonio investito dai cittadini e dalla politica in quegli anni, possa essere ancor speso come chiave di lettura e di insegnamento per il futuro.