Dato che in provincia di Reggio Emilia sono oltre 6.000 le persone che evidenziano dipendenze da gioco e che a livello nazionale sono stati oltre 800 i milioni bruciati di euro in un anno, a Casalgrande si cerca di affrontare il problema in modo concreto.

Per l’assessore allo sport Marco Cassinadri: «Rivolgeremo l’attività in collaborazione con le società sportive a tutti gli atleti maggiorenni, anche se le persone più a rischio sono soprattutto uomini. Aumentano le donne anche per l’introduzione di giochi più femminili come il “gratta e vinci” e il “Win for life”. Quanto all’età, le persone che arrivano a chiedere aiuto hanno tra i 40 ai 45 anni, ma bisogna considerare che alle spalle hanno almeno sette anni di gioco d’azzardo. Alla base di questa dipendenza c’è un vuoto affettivo da riempire, esistono dinamiche diverse, con una fondamentale: chi dipende dal gioco d’azzardo spesso ruba, così come ruba il dipendente da sostanze. Ma mentre quest’ultimo sa di essere considerato un delinquente, chi gioca è convinto di avere preso quei soldi in prestito, ed è assolutamente sicuro che il momento della vincita è dietro l’angolo, e di conseguenza potrà al più presto restituire il denaro. L’iniziativa -conclude Casalgrande- sarà in collaborazione con le comunità Papa Giovanni XXIII e gratuita per tutti i partecipanti».

Giovedì 16 febbraio 2012 dalle ore 21, nella sede ac Casalgrande in via Santa Rizza, atleti ac Casalgrande, calcio Casalgrande Alto e Gruppo Sportivo Virtus Casalgrande difesa personale, tennis tavolo e Calcio a cinque.

Martedì 21 febbraio 2012 dalle ore 21, nel Palakeope di via Aosta a Casalgrande atleti Pallamano Spallanzani.

Mercoledì 29 febbraio 2012 dalle ore 21, nel circolo Tennis Casalgrande, via Santa Rizza n.25, atleti Circolo Tennis, Falchi del Secchia, cicli Campioli e Gruppo Sportivo Virtus Casalgrande di basket e pallavolo.

Nonostante si parli molto dei problemi della dipendenza da droghe illegali, alcool e tabacco, quella del gioco d’azzardo è una dipendenza per la quale non sono previste forme di finanziamento o trattamento garantito. In altri paesi la patologia del gioco è riconosciuta, ad esempio in molti paesi europei il gioco d’azzardo patologico è considerato una malattia e il recupero è sostenuto dallo Stato. In Italia la dipendenza da gioco d’azzardo, non è stata ancora inserita nei Lea (livelli essenziali di assistenza) e quindi non si ha diritto a cure e trattamenti gratuiti. La spiegazione va cercata anche negli importanti interessi economici legati al business del gioco. Attualmente se un giocatore d’azzardo si presenta al Sert, sta alla buona volontà o alla possibilità degli operatori scegliere di inserire chi chiede aiuto in un percorso ad hoc.