In merito agli appalti di lavori sia pubblici che privati, alcune riforme “locali” si dovranno fare ed altre si dovrebbero compiere nell’interesse della legalità economica ed, in particolare, della pulizia e trasparenza di appalti, subappalti, forniture e subcontratti, contro ogni possibile inquinamento e infiltrazione malavitosa nei nostri territori.

La Cgil propone una “piattaforma” che porta poche e chiare proposte fattibili nei prossimi mesi, per il confronto con le istituzioni locali.

Riassumiamo le più urgenti :

1) Stazione Unica Appaltante – SUA

Il recentissimo Decreto “Salva Italia” convertito in Legge prima di Natale, all’art. 23 p.4 prescrive: “i Comuni non superiori ai 5.000 abitanti e ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia, affidano obbligatoriamente ad un’unica centrale di committenza, l’acquisizione di lavori, servizi e forniture, nell’ambito delle Unioni dei Comuni”.

Al successivo p.5 si precisa che la suddetta norma si applicherà alle gare bandite “a partire dal 31 marzo 2012”.

La Cgil da tempo chiedeva una norma del genere.

Finalmente una spinta decisiva che supera nettamente la stessa norma “suggerita” con la Circolare ai Prefetti dell’ex ministro Maroni di appena tre mesi fa.

Un organismo unico per le gare di appalto lavori, servizi e forniture, “obbligato” per oltre 150 Comuni emiliano romagnoli – 18 dei quali sono in provincia di Modena – e certamente molto “consigliabile” anche per tutti gli altri enti locali superiori ai 5.000 abitanti. Perché no?

Pare infatti molto logico e funzionale ipotizzare un unico organismo tecnico per ogni Unione Comunale, al servizio di tutti i Municipi, risparmiando così tempi e risorse rispetto ad un pulviscolo di centinaia di gare d’appalto ogni anno sparpagliate per decine di enti medio piccoli, su un territorio ristretto e che magari ripetono gli stessi bandi per lavori analoghi.

C’è poco tempo – entro la fine di marzo – e parecchio lavoro da fare perché le Unioni dei Comuni non sono generalizzate, sia nel territorio regionale che nella nostra provincia.

Provincia, Sindaci, Prefettura ed Osservatorio Appalti, dovranno rapidamente promuovere e coordinare le prossime azioni necessarie.

E’ un treno che non costa e non va perso.

Questa della Centrale Unica appaltante è un’occasione decisiva per favorire altre scelte “contigue”, ma altrettanto urgenti, necessarie e fra loro organicamente legate, quali:

2) Superamento degli appalti col massimo ribasso

– In questa provincia, pur col peso della crisi, mediamente ogni anno sono stati banditi circa 400 appalti pubblici (408 nel 2010 e 442 nel 2011 per un importo di oltre 170 milioni ) conclusi ed assegnati per l’80% col pessimo sistema del “massimo ribasso”.

Abbiamo visto offrire “sconti” spesso superiori al 20% ed alcuni appalti assegnati con clamorosi ribassi d’asta del 30 – 40%.

– Ancor più evidente ed ampio il fenomeno nella aggiudicazione dei lavori privati: solo nel 2011 si registrano 1.300 assegnazioni, per un importo complessivo di ben 349 milioni .

Questi, i dati riassuntivi in chiusura 2011 dell’Osservatorio Provinciale Appalti.

Tutti sanno – e tutti ammettono nei convegni – che questo sistema troppo sbrigativo e sospetto, è spesso veicolo per infiltrare imprese, capitali, mezzi, forniture e mano d’opera irregolare.

La costituzione delle SUA a livello di ogni Unione dei Comuni, anche nella nostra provincia, dovrà essere occasione per assumere una netta inversione di tendenza, anche per le regole di assegnazione lavori .

La nostra proposta è di abbattere di almeno il 50% – a partire da questo 2012 – le gare col “massimo ribasso”, a partire dagli appalti superiori ai 200.000 euro.

Anche qui, nessuna rivoluzione.

Si tratta di attuare nei fatti il Protocollo sottoscritto in Prefettura nel 2007.

3) Potenziare e qualificare i controlli

Controlli antimafia, controlli sulla sicurezza per chi lavora, controlli contro il lavoro nero o irregolare, forme spurie di contratti o subcontratti sospetti.

Tutte anomalie ben presenti e che il Sindacato ben conosce, quale allegato frequente degli appalti affidati guardando al solo massimo risparmio.

I controlli funzionano grazie al lavoro degli Enti preposti e nonostante i tagli ad organici e risorse dedicate.

Vanno rafforzati – qui davvero non si può risparmiare – ed ancor più coordinati fra i diversi Enti e competenze.

Nel corso del 2012, in ogni Unione dei Comuni, si dovrebbero istituire o consolidare ove già funzionano, Nuclei specializzati della Polizia

Municipale per i controlli nei cantieri e nelle imprese.

4) Più concertazione fra Istituzioni e Forze Sociali

In questi ultimi anni si è fatto poco in tal senso. Si è sottovalutato l’apporto prezioso di conoscenze ed esperienze sul campo che può venire da rappresentanze sindacali, sociali ed economiche per la valutazione e l’analisi periodica dei fenomeni di illegalità economica in atto nelle nostre realtà territoriali ed in taluni settori specifici.

Proponiamo un 2012 capace di avviare – fra Istituzioni Locali, Prefettura e Forze sociali – tavoli specifici e periodici di confronto.

A questo proposito l’auspicata attivazione di “Stati generali sulle costruzioni” richiesta dalla federazione unitaria dei sindacati edili FLC di Cgil-Cisl-Uil potrebbe essere un’opportunità per affrontare organicamente un’intera problematica che pone esigenze, proposte ed urgenze.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)