“Teenager in factory”, il progetto di Confindustria Modena per promuovere l’istruzione tecnica tra gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, festeggia quattro anni di attività. Di anno in anno, sono sempre di più le scolaresche che varcano i cancelli delle aziende modenesi. L’idea dell’associazione di via Bellinzona di avvicinare il mondo della scuola con quello dell’impresa è confermata da numeri assai positivi.

Dal 2008 la crescita è costante. Facendo un computo complessivo risulta che 42 scuole medie, per un totale di 63 classi e circa 1.600 studenti, hanno fatto visita a 49 aziende di Modena e provincia appartenenti a diversi settori produttivi.

Questa mattina, con la Sau Tool, si conclude il programma 2011 delle visite aziendali coordinato da Confindustria Modena. Oltre all’azienda di Polinago hanno aperto le porte agli studenti anche altre imprese del settore metalmeccanico (Angelo Po, Caprari, Chimar, Cms, Dinamic Oil, Elettromeccanica Tironi, System, Tec Eurolab, Tetra Pak), dell’industria grafico-editoriale (Arbe Grafiche e Edis), del comparto biomedicale (B. Braun Avitum) e del settore alimentare (East Balt).

«Ho creduto fortemente in questo progetto fin dalla sua nascita», sottolinea Roberta Caprari, responsabile della Commissione Education di Confindustria Modena e imprenditrice di terza generazione nell’industria di famiglia, il gruppo Caprari. «Il tempo mi ha dato ragione: ogni anno sono sempre più le scuole che dimostrano interesse per questa iniziativa e chiedono di potere aderire. Si tratta di un’importante opportunità di formazione e di orientamento non solo per i ragazzi ma anche per gli insegnanti che li seguono negli studi, un’occasione per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, per fare conoscere i vari aspetti della produzione e per sensibilizzarli verso l’istruzione tecnica».

«La soddisfazione nell’osservare quanto i ragazzi rimangano affascinati dal mondo della fabbrica è tanta», conclude la Caprari. «Spesso quando arrivano in azienda hanno un’idea ancora legata al vecchio concetto della catena di montaggio dove l’attività del lavoratore è minima e ripetitiva, ma scoprono che la fabbrica è un luogo dinamico e tecnologico».