Chiede con un’interpellanza di fare il punto sulla situazione il Consigliere Andrea Pollastri (PdL), a cinque anni dall’approvazione della contestata legge sulla cooperazione, la n. 6 del 2006.

“La norma – spiega – ha come obiettivo la promozione ed il sostegno ad una forma di impresa che, come ha affermato il Cardinale Ersilio Tonini, è espressione e ricchezza della nostra terra.

Negli anni, però, il genuino spirito solidale, nel caso delle cooperative “bianche”, e mutualistico, in quelle “rosse”, si è trasformato in meccanismo redditizio, che beneficia di manodopera a basso costo, agevolazioni fiscali ed un intreccio solidissimo con la politica, in particolare con il PCI ed i suoi eredi, che garantisce appalti e protezione.

“Per questo motivo – prosegue – fu vista con sospetto dal centro-destra, specialmente perché prevedeva, senza che vi fosse un’apparente ragione economica dato che il sistema cooperativo reggeva benissimo, che la Regione, con fondi propri, promuovesse il sostegno e lo sviluppo degli investimenti delle imprese cooperative, la capitalizzazione e l’accesso al credito delle stesse, nonché l’incremento della partecipazione dei soci, l’ingresso di nuovi soci nelle imprese cooperative, sostenesse le nuove iniziative imprenditoriali, concedesse, sulla base di criteri definiti con propri provvedimenti dalla Giunta regionale, contributi e finanziamenti alle cooperative di nuova costituzione, cofinanziasse progetti di intervento nel territorio regionale predisposti dagli enti gestori dei fondi mutualistici.

“Intendo, quindi, sapere – dice ancora – a quanto ammontino le risorse stanziate dalla Regione dopo il 2006 a favore delle cooperazione e chi abbiano beneficiato”.

Il provvedimento prevedeva, inoltre, la costituzione di due organismi: la Consulta della cooperazione, che esprime pareri alla Giunta in merito allo sviluppo della cooperazione, alle politiche economiche e sociali che coinvolgono o possono coinvolgere la cooperazione, esamina le proposte progettuali pervenute ed elabora un rapporto biennale sullo stato della cooperazione, e la “Fondazione per la cooperazione emiliano-romagnola”, che ha lo scopo di promuovere ed attuare ricerche, studi, convegni, seminari riguardanti il movimento cooperativo e costituire ed aggiornare un archivio storico ed un centro di documentazione sul movimento cooperativo.

In merito a questi due organismi l’azzurro ha chiesto se siano state costituiti e, in caso affermativo, quali ne siano le attività, i costi di funzionamento ed i progetti per il futuro.