E’ stato consegnato ieri presso la sede della Polizia Municipale di Sassuolo, un defibrillatore portatile semiautomatico, che le signore del Rotary e i ragazzi del Rotaract di Sassuolo hanno donato al corpo attraverso diverse iniziative di raccolta fondi. Fra le altre un torneo di pinnacolo, la vendita di stelle di Natale.
A ricevere il dono c’erano il vicesindaco Giancarlo Diamanti, il comandante del Corpo Unico di Polizia Municipale del distretto ceramico Valeria Meloncelli, numerosi agenti in rappresentanza delle sedi di Sassuolo, Fiorano e Maranello.
La donazione (I club Rotary e Rotaract della zona che comprende Emilia Romagna, Toscana e San Marino hanno già donato 37 di queste apparecchiature) rientra nell’ambito di un progetto promosso a Modena da Ausl, 118 e associazione Amici del Cuore, denominato “Cuore Vivo”, per la defibrillazione precoce.
In Italia si verifica un caso di morte cardiaca improvvisa ogni mille persone ogni anno. In tutti i casi di fibrillazione, l’intervento di defibrillazione precoce entro cinque minuti può salvare il paziente (con manovre opportune il periodo è anche più lungo). Ecco perché si sta operando per creare una rete di questi apparecchi posti in tutti i luoghi di maggior rischio e affidati a persone addestrate. Dal 2001 infatti l’operazione di defibrillazione, prima praticabile solo in ambito ospedaliero, è stata accordata con una legge anche in altre sedi e anche ad opera di personale non medico. Questo anche grazie alle apparecchiature semiautomatiche messe a punto con la tecnologia moderna, in grado di monitorare autonomamente il cuore e di individuare con opportune segnalazioni il momento per la defibrillazione.
Con un corso teorico/pratico di 5 ore il personale cui viene data in dotazione una nuova macchina viene preparato al suo utilizzo. Vale anche per i vigili urbani del nostro territorio, che avranno il defibrillatore in dotazione sul furgone attrezzato per il soccorso in incidenti.
Esistono ormai oltre cento apparecchiature di questo tipo dislocate sul territorio provinciale e affidate a personale medico o “laico”. Le verifiche fatte su sei mesi di operatività dicono che quasi nel 30 per cento dei casi l’intervento di defibrillazione precoce è risolutivo.