E la mafia? In questa Finanziaria un posto molto importante, sia a livello economico che nel dibattito politico, lo ha ottenuto la lotta all’evasione. E ha ottenuto un’approvazione, a parte i distinguo tecnici, politica e sociale bipartisan. Lo slogan “pagare meno, pagare tutti” è difficile non condividerlo, se non per il valore democratico e di giustizia sociale che vi è insito.

Pur sapendo quindi di sembrare politicamente scorretto, ritengo si annidi in tutto ciò un pericolo, sia dal punto di vista politico che economico.

L’assunto fondamentale della lotta all’evasione di queste settimane non è stato etico/morale: “le tasse devono essere pagate”. Che è chiaramente condivisibile. Prima, durante e dopo qualsiasi finanziaria.

Ma semplicemente finanziario. Siccome l’evasione in Italia è stimata ad oltre 100 miliardi, basta eliminarla del 30-50% ed evitiamo una o due finanziarie. Ora che la lotta all’evasione non sia semplicemente una somma o sottrazione algebrica lo sanno tutti. Anche i mercati finanziari che infatti non credono a tale soluzione. Il problema è che l’evasione fiscale ha due facce, che pur essendo della stessa medaglia, hanno conseguenze ben diverse.

Vì è un’evasione che definirei “produttiva”, ben sapendo il rischio che corro dandole un valore positivo…

Semplificando, come fanno i nostri politici che dovrebbero essere i maestri della complessità, si pensa che se un professionista, o un imprenditore, o altro, fattura solo 50.000 € all’anno e altrettanti li nasconde, basta obbligarlo a dichiararli tutti e siamo a posto. Nella realtà questo non esiste!! Non si tiene conto che l’idraulico o l’imbianchino o il meccanico forse se deve dichiararli tutti, smette di lavorare. Perché per avere un reddito sufficiente a giustificare il proprio lavoro e rischio, dovrebbe arrivare ad un fatturato di 150.000/200.000 €. E non è detto che possa arrivarci.

LA conseguenza di una feroce lotta all’evasione non supportata da una giusta riformulazione del sistema di tassazione, che non obblighi chi produce reddito a lasciare tutto allo Stato, può divenire in un momento di forte crisi economica, un disastro di immani proporzioni. Se si continua a tassare il lavoro e non le rendite finanziarie e patrimoniali, questo paese è veramente destinato a divenire una colonia cinese.

Se eliminiamo la classe artigianale e imprenditoriale di questo paese, chi produrrà posti di lavoro? Sebbene lo Stato rappresenti il 52% del PIL, che è un’enormità, e quindi almeno il 60% dell’occupazione, con l’indotto, l’altro 40% chi lo produce? L’imprenditore ha un valore sociale nel momento che crea occupazione, o solo nella dichiarazione dei redditi?

Per evitare la facile accusa che qui come sempre non si fanno proposte, passo alla disamina della seconda faccia dell’evasione, quella improduttiva. Quella mafiosa.

Usando lo steso ragionamento utilizzato prima, se la mafia ha un fatturato pari a oltre 150 miliardi, tutti rigorosamente in nero, perché non facciamo della lotta alla mafia il caposaldo non solo della Finanziaria, ma della politica italiana? In un colpo solo risolveremmo non solo il problema finanziario del nostro paese, ma sociale, ambientale e politico. Eppure se ci pensiamo non se n’é parlato. Né a destra, né a sinistra. Pensiamo ancora che sia più facile tartassare il piccolo imprenditore che il grosso mafioso. Ed è vero. Perché il primo è una persona onesta, nella gran parte dei casi, e evade non per andare ai Caraibi, ma per comprare la casa ai figli. Ma alla politica non serve. Perché questi vive al di fuori della politica, di cui pensa un gran male, non la serve e non se ne serve.

Il mafioso invece serve, eccome. Porta voti, spartisce potere. Soprattutto quando dopo questa spaventosa crisi finanziaria, lo vedremo ai vertici delle grandi società quotate, in primis le banche. Che coi prezzi attuali della Borsa, immagino stiamo comprando a man bassa. Perché quando i prezzi scendono, per ognuno che vende c’è qualcuno che compra. Chi sta comprando oggi in Borsa? Perché invece di controllare noi piccoli risparmiatori attraverso il limite dei 2.000 €, non vanno a controllare i milioni di euro che si spostano in Borsa? Ancora una volta la nostra classe politica vede la pagliuzza nell’occhio dell’onesto e non la trave in quello del disonesto…..chissà perché…

(Mauro Bigi, Sindaco di Vezzano sul Crostolo)