Due ex dipendenti Fer (Ferrovie Emilia-Romagna) e un loro conoscente sarebbero sospettati dai carabinieri di essere i responsabili del sabotaggio avvenuto la notte tra l’11 e il 12 giugno allo scalo merci di Dinazzano di Casalgrande. Quel sabato notte qualcuno si introdusse nell’area e mise in moto un locomotore, per poi lanciarlo a forte velocità contro un convoglio fermo in un capannone. Ingenti i danni, ma nessun ferito: in quel momento fortunatamente le guardie giurate in servizo non passavano nel retro del capannone sfondato.  I due dipendenti Fer si sono successivamente licenziati, una ‘anomalia’ subito segnalata agli investigatori, che hanno cominciato una serie di indagini su di loro. Le modalità dell’episodio avevano fatto subito pensare al possibile coinvolgimento della criminalità organizzata. Il presidente della Dinazzano Po, la società che gestisce lo scalo, aveva però negato di aver mai ricevuto minacce o segnalazioni improprie dalla criminalità organizzata.

I tre non risultano ancora iscritti nel registro degli indagati, ma sarebbe ormai concluso il lavoro dei carabinieri, coordinati dal pm Luciano Padula e dal procuratore capo Giorgio Grandinetti.