Forte preoccupazione. È quella espressa dalla Fai (Federazione agricola alimentare ambiente industriale) Cisl di Reggio Emilia riguardo i voucher o buoni previsti per la campagna di vendemmia 2011.

“I lavoratori rinuncino ai voucher e richiedano l’assunzione come lavoratori agricoli dipendenti”. Tuona Archimede Cattani, segretario generale Fai Cisl Reggio Emilia.

Come funzionano i voucher?

“I buoni – spiega il segretario – vengono utilizzati per le prestazioni di lavoro occasionale di tipo accessorio effettuate da parte di studenti e pensionati, come semplificazione sia per le aziende che per i lavoratori”.

Che cosa comportano?

“La norma – prosegue Cattani –, che doveva essere limitata a pensionati e studenti, per lavori di breve periodo, rischia di deregolamentare i rapporti di lavoro nel settore poiché non tiene conto dei contratti di lavoro e della professionalità. Dieci euro: l’unico valore orario per tutti, stabile dalla data di introduzione nel 2008 e senza differenze per prestazioni straordinarie e festive. È inoltre necessario passare dalla prenotazione dei buoni e i pagamenti avvengono attraverso la posta o tramite card”.

Quali le conseguenze per chi accetta questa tipologia di lavoro?

“La norma prevede che il valore del voucher sia di dieci euro per il datore di lavoro (committente). Il controvalore per il lavoratore (prestatore) che lo riscuote è di 7,50 euro. I restanti 2,50 euro comprendono la contribuzione a favore della gestione separata dell’Inps (13%), l’assicurazione Inail (7%) e la gestione del servizio (5%)”.

Quindi chi si avvale dei voucher non è considerato lavoratore dipendente…

“I contributi (13%) non verranno versati a favore della gestione ordinaria dell’Inps e quindi non si avrà diritto alle prestazioni di: indennità di malattia, maternità, assegni familiari, pensione da lavoro dipendente e tantomeno disoccupazione. I voucher inoltre non danno diritto alle prestazioni salariali integrative della cassa mutualità dei lavoratori agricoli”.

“Consigliamo agli studenti, prima di accettare questa tipologia di lavoro, di riflettere sulle conseguenze del futuro previdenziale, già precario”. Conclude Archimede Cattani dalla Fai Cisl di Reggio Emilia.