Interessano anche il sito di Campogalliano i 470 esuberi dichiarati dalla Sielte, azienda con sede legale a S. Gregorio di Catania specializzata nell’installazione di impianti di telecomunicazioni (reti fisse, mobili e in ponte radio) e attiva in Italia e all’estero. «Secondo le prime notizie, a Campogalliano ci sarebbe una ventina di esuberi su un totale di 54 dipendenti tra impiantisti, magazzinieri e staff tecnico – informano i sindacati di categoria Fistel-Cisl e Slc-Cgil di Modena – In un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Roma, dove la Sielte ha la direzione generale, l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di aprire la procedura di mobilità per 470 dipendenti, pari a circa un terzo della forza lavorativa. Questo annuncio è stato dato mentre era in corso una trattativa sindacale per affrontare il tema dell’armonizzazione contrattuale, cioè il passaggio dal contratto nazionale dei metalmeccanici, attualmente applicato in azienda, al contratto delle telecomunicazioni». La notizia ha creato grande preoccupazione tra i lavoratori; i sindacati, schierati a sostegno dei lavorati sia a livello nazionale che locale, hanno proclamato un primo sciopero di quattro ore, che si è svolto il 22 giugno. Sono previste altre quattro ore di fermata nei prossimi gironi se l’azienda non ritirerà la dichiarazione degli esuberi. «Nell’assemblea tenutasi presso il sito di Campogalliano i lavoratori hanno chiesto di aprire un confronto vero con l’azienda per verificare il piano industriale e salvaguardare l’occupazione – dicono Fistel-Cisl e Slc-Cgil – Hanno, inoltre, espresso la volontà di portare la vertenza all’attenzione dell’opinione pubblica e di sollecitare l’intervento delle autorità locali (Comune di Campogalliano e Provincia)». Mentre domani si terrà un nuovo incontro a Roma, Cisl e Cgil sottolineano che la crisi occupazionale continua a colpire la categoria dei grafici-comunicazione e il suo indotto, che da tre anni vivono una fase di profonda ristrutturazione. Ora anche la Sielte, azienda che conta 17 sedi in Italia e sette all’estero, rischia di entrare in un percorso dal futuro incerto.