Il Comune di Bologna coinvolge gli attori dell’associazionismo e della società civile bolognese per rispondere all’emergenza profughi provenienti dalla Libia. Accanto all’attività istituzionale, svolta all’interno del Progetto nazionale di accoglienza per persone richiedenti asilo e rifugiati, che riguarda ad oggi 140 persone, l’amministrazione ha mobilitato da alcuni giorni una rete di più soggetti per monitorare e segnalare le persone che non sono entrate per motivi diversi nel piano di accoglienza. Si tratta di una cinquantina di persone “comunque presenti sul territorio cittadino prive di ogni tipo di protezione in una situazione di abbandono. La rete è composta dalle associazioni che già si occupano di volontariato sociale, studenti universitari, gruppi informali, cittadini e sindacati”.
Ad illustrare la situazione profughi è Amelia Frascaroli, assessore comunale ai Servizi sociali, oggi in Consiglio comunale in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. “Questa situazione riguarda principalmente adulti, neo maggiorenni e in piccola parte minori, sfuggiti alle consegna della protezione civile rispetto ai profughi arrivati ad aprile- continua l’assessore- questi presentano difficoltà nel territorio diventando persone senza punti di riferimento, che creano in alcuni punti della città, pur essendo in piccoli numeri, allarme sociale, e che sono preda di aggancio da parte di gruppi di malavitosi”.
La rete servirà a “monitorare e segnalare le situazioni storia per storia, percorso per percorso, per vedere che cosa sarà possibile fare per ognuno e per costruire degli affiancamenti, per un passaggio di informazioni corrette- spiega ancora Frascaroli- ad esempio esistono già dei servizi come le docce o la mensa cui molte persone non accedono semplicemente per il fatto che non sono passate le informazioni per gli accompagnamenti allo sportello: tengo a sottolineare che è una operazione a costo zero, e porta quel valore aggiunto che la società civile può esprimere attorno a un problema di accoglienza e di solidarietà che si intreccia fortemente con il lavoro delle istituzioni”.
In generale il Comune di Bologna “collabora al progetto di accoglienza gestito dalla protezione civile in accordo con i livelli nazionali e con una cabina di regia regionale, con delle convenzioni che sono state stipulate direttamente con gestori di luoghi di accoglienza”, continua l’assessore.
“Il Comune risponde alla cabina di regia regionale e al coordinamento provinciale degli enti locali. Il Comune svolge anche una funzione di coordinamento, monitoraggio e indirizzo per le strutture collocate nel proprio territorio, ad eccezione della caserma dei Prati di Caprara, che risponde direttamente alla protezione civile con una gestione diretta della Croce Rossa”, conclude Frascaroli.