Sono 53 i piccoli di capriolo recuperati dai volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena in queste ultime settimane nell’Appennino modenese. Di questi 15 sono morti per le ferite provocate dalle falciatrici (i piccoli dopo il parto sono nascosti dalla madre tra l’erba alta per proteggerli e per gli addetti alla falciatura è impossibile vederli), altri sono in cura per un grave stato di disidratazione e denutrimento dopo essere stati abbandonati dalla madre come è successo nell’ultimo caso avvenuto domenica 19 giugno a Montefiorino quando i volontari hanno salvato tre bambi ormai allo stremo, abbandonati e bloccati all’interno di una recinzione.
Gli interventi sono scattati grazie alla segnalazione di agricoltori o cittadini che avvistano questi animali feriti o in evidente stato di difficoltà. Non corrono alcun rischio, invece, i bambi rimasti soli. Questo, infatti, è il periodo della riproduzione dei caprioli e dopo il parto la madre abbandona anche per ore il piccolo sorvegliandolo a distanza e mantenendo il contatto tramite segnali acustici, per poi avvicinarlo solo nel momento dell’allattamento. Non si tratta, quindi, di cuccioli abbandonati ed è sbagliato toccarli nell’intento di soccorrerli e portarli a casa, anche perché la detenzione di questi animali è vietata.
Quando ci si imbatte in un piccolo capriolo acquattato in un prato occorre allontanarsi subito perché il contatto con l’uomo produce inevitabilmente un’alterazione dell’odore dei cuccioli, con l’effetto di rendere la madre molto circospetta fino al punto di abbandonarli.
Ora i piccoli salvati sono allattati dai volontari con tecniche in grado di mantenere la capacità di procurasi il cibo da soli (in cattività i “bambi” si abituano facilmente ad uno stato di totale assistenza) in vista di una futura liberazione in una parco alpino.
Il Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena opera sulla base di una convenzione con la Provincia di Modena.
Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.