Nasce la Uil Polizia di Bologna di cui oggi, al Savoia Hotel Regency, si è celebrato il primo Congresso provinciale. Un momento importante per la rappresentanza sindacale in seno alla Polizia di Stato durante il quale sono stati eletti gli organi provinciali della Uil Polizia, formatasi a livello nazionale dalla fusione tra il Sindacato Unitario di Polizia (Sup) e l’Unione Italiana Lavoratori Polizia di Stato (Uilps).

Seduti in prima fila, il questore Vincenzo Stingone, il dirigente del VII reparto Mobile, Antonio Forte e il dirigente del compartimento Polstrada Emilia Roamgna, Piergiorgio Da Corte. Mentre il prefetto Angelo Tranfaglia ha fatto arrivare, tramite il vicario, Pasquale Antonio Gioffrè, i suoi saluti.

All’unanimità quale segretario provinciale è stato eletto Antonio Cosi il quale, durante il suo mandato quadriennale, sarà affiancato dalla segreteria composta da: William Carbone, Alessio Ippazio, Franco Marella e Matteo Soccio. Undici, invece, gli esponenti entrati nel direttivo, anch’essi provenienti dalla Questura e dalle varie ‘specialità’: dalla polfer alla stradale, dal reparto mobile alla scientifica.

«La Uil Polizia di Bologna – ha commentato subito dopo l’elezione, il neo segretario provinciale, Antonio Cosi alla presenza di Oronzo Cosi, segretario nazionale Uil Polizia e Gianfranco Martelli, segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna – si propone sia di migliorare il servizio offerto ai cittadini sia soprattutto di rendere più democratica la gestione della Polizia di Stato. Perché è innegabile che se viene data motivazione economica e professionale, adeguata formazione e mezzi sufficienti per la propria attività, lo Stato avrà fatto un investimento di qualità a lungo termine. Per di più con indubbi risvolti positivi sull’efficacia del servizio prestato. In pratica, garantendo un migliore servizio di sicurezza senza ridurre i diritti dei lavoratori della polizia o peggio ancora senza scaricare su di noi carenze di organico e penuria di mezzi».

Insomma, va «privilegiata la persona, mettendola al centro del sistema. Solo così il poliziotto viene messo nelle condizioni di svolgere al meglio i compiti che Stato e Costituzione gli affidano». Aspetto questo che è la chiave di volta su cui poggia l’agire di un sindacato confederale come quello che vuole diventare la Uil Polizia. «La creazione di un sindacato confederale è una grande sfida», ha rilevato Cosi che ha rimarcato come la Uil Polizia punta a «superare il vecchio modello di rappresentanza sindacale legato alle vecchie logiche dell’autonomia pura o della confederalità limitata. E, dall’altro, ipotizzando un ruolo più attivo. Con una presenza costante non solo a livello dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, ma anche politico-istituzionale».

In particolare, in ambito bolognese, «la federazione Uil Polizia – ha sottolineato il segretario provinciale – è stata in grado di aprire un dialogo efficace con l’Amministrazione. La riprova sono i risultati positivi conseguiti con la contrattazione decentrata del giugno scorso. Su tutti i tavoli contrattuali – da quello della Polizia Stradale alla Ferroviaria, dal Reparto Mobile alla Polizia di Frontiera, dalla Scientifica alla Postale fino al Reparto Prevenzione Crimine –, la Uil Polizia non si è mai appiattita su un ruolo notarile. Anzi, ha cercato di valorizzare i diritti dei lavoratori, proponendo soluzione concrete, per la maggior parte recepite e condivise anche dalle altre organizzazioni sindacali. Proficue le relazioni sindacali intessute con la Questura di Bologna».

Sul tavolo, ora due problemi «che ci vedono impegnati in questi giorni – ha concluso il neo segretario provinciale della Uil Polizia – . Il primo riguarda l’appalto dei servizi di pulizia e l’ulteriore imposta riduzione da Roma del 30% delle risorse. Il progetto di recupero di queste risorse presentato dal dirigente dell’Ufficio tecnico-logistico della Questura di Bologna ai sindacati – di cui abbiamo peraltro ammirato gli sforzi profusi – ci impone di far sentire la nostra voce, anche attraverso la Segreteria nazionale, al Dipartimento della Pubblica Sicurezza e alla compagine governativa. Il secondo è relativo al ritardo cronico con cui vengono pagate alcune indennità (ad esempio quelle autostradali) e le missioni fuori sede ai poliziotti da parte dell’ufficio amministrativo della Prefettura bolognese. I rimborsi legati alle missioni vengono percepiti con due e spesso anche tre anni di ritardo. Tutto ciò è scandaloso e lo stiamo ormai subendo da molto tempo».