Ogni anno in provincia di Modena si verificano circa 2.100 casi di ictus, mentre sono 10mila le persone che sono sopravvissute a un ictus con esiti più o meno invalidanti. Sono numeri destinati a salire, a causa dell’invecchiamento della popolazione e della diminuzione della mortalità in fase acuta, diminuzione ottenuta grazie alle nuove strategie di cura dirette ai pazienti già colpiti dalla patologia. Ecco perché la prevenzione dell’insorgenza della malattia, tramite campagne di informazione e di educazione rivolte alla popolazione, assume un’importanza particolare.

Proprio a queste tematiche è dedicata la tavola rotonda in programma sabato 30 aprile dalle 9.30 alle 12.00 alla Sala Panini della Camera di Commercio di Modena, in via Ganaceto 134. “Dall’informazione al cambiamento: stili di vita e ictus cerebrale”, questo il titolo dell’iniziativa organizzata dalla sezione modenese di ALICe (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) che vuole essere un contributo per aumentare la consapevolezza della malattia e stimolare l’adozione di stili di vita corretti.

La prevenzione infatti è la migliore strategia terapeutica dell’ictus. Nei paesi industrializzati, fra cui l’Italia, l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie e rappresenta la principale causa d’invalidità. Ogni anno si calcola che in Italia si verifichino oltre 200.000 nuovi casi di ictus, con un’incidenza di 2-3 pazienti all’anno su 1.000 abitanti. La tavola rotonda inizierà alle 9,30 con il saluto della dott.ssa Renata Ferrari, presidente di ALICe Modena, e con l’introduzione del professor Paolo Frigio Nichelli, direttore dell’Unità osperativa di Neurologia del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino Estense.