Disciplinare la sicurezza urbana con una legge e non con un regolamento, definire con chiarezza le relazioni tra Stato, Regioni e Comuni, integrare le politiche per la sicurezza con le politiche di contrasto della criminalità. Ma anche definire norme stringenti sul controllo integrato, disciplinare per legge i patti per la sicurezza, chiarire l’oggetto delle ordinanze “contingibili e urgenti”, adottare regolamenti locali e procedere alla riforma della Polizia municipale.
Si articola in otto punti la proposta del Forum italiano per la sicurezza urbana, orientata a fare chiarezza tra i compiti delle polizie, rafforzare il ruolo dei sindaci e procedere alla riforma delle Municipali. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi, che del Forum è presidente nazionale, intervenendo questa mattina a Verona in un convegno organizzato dal Comune e dalla Prefettura della città scaligera dopo le recenti sentenze della Corte costituzionale sulle ordinanze e la circolare del ministero dell’Interno sulla dotazione alla Polizia municipale di bastoni estensibili e spray urticante.
“Solamente l’impulso del governo locale può imprimere alla sicurezza urbana i tratti della coesione sociale e della partecipazione civile”, ha detto Pighi. “Gli strumenti per farlo sono quelli di sua competenza come la qualità della vita urbana, le corrette relazioni sul territorio, la risposta ai bisogni sociali, l’adeguatezza dell’offerta abitativa, l’appropriata fruizione dei parchi e degli spazi pubblici, le politiche giovanili volte a suscitare animazione, aggregazione, formazione, prevenzione della devianza, del bullismo, degli abusi di sostanze. Il governo locale – ha aggiunto il sindaco di Modena – va messo in condizione di costruire una società che crei la sicurezza delle persone sapendo sconfiggere le cause dei fenomeni che la inducono e costruendo innanzitutto una comunità più solidale e attenta al rispetto della persona umana”.
A giudizio di Pighi, è importante che fra i livelli dello Stato permanga una ben delineata diversità di funzioni sulla sicurezza, così come sono necessari il coordinamento e l’unitario approccio al problema. “L’indifferenziata omologazione tra gli interventi di governo locale e quelli di polizia di sicurezza legati al ruolo prevalente dello Stato rappresenta una deriva che, accompagnandosi alla progressiva svalutazione del governo locale, incide negativamente sugli obiettivi, non valorizza le enormi potenzialità dei territori, rischia di smarrire la stessa capacità delle città di farsi carico del problema”, ha affermato. “Nessuno è così ingenuo da pensare che le diverse posizioni – di destra o di sinistra, non importa – vadano azzerate. Occorre creare seriamente le premesse per costruire una base normativa in cui tutti ci possiamo ragionevolmente riconoscere. È possibile, forse oggi più che in altre occasioni”, ha concluso Pighi.
Gli otto punti evidenziati dal sindaco di Modena – molti dei quali già contenuti nel progetto di legge Barbolini-Saia – sono, in sintesi, i seguenti:
1. La sicurezza urbana, che deve abbracciare sia la pubblica sicurezza di competenza statale sia la polizia amministrativa di competenza regionale, va disciplinata con una legge, non con un regolamento.
2. Serve una legge di coordinamento che regoli con chiarezza le relazioni fra Stato, Regioni ed enti locali per definire e valorizzare le rispettive competenze.
3. Le politiche integrate di sicurezza vanno intese secondo la definizione del disegno di legge Barbolini-Saia, cioè come azioni volte ad integrare le politiche locali per la sicurezza con le politiche di contrasto della criminalità e di ordine pubblico.
4. Servono norme stringenti sul controllo integrato di sicurezza, senza lesinare disposizioni sull’accesso diretto alle principali banche dati, ai sistemi integrati di video sorveglianza, sulle sale operative comuni e sul presidio congiunto del territorio, chiarendo in quali ambiti si realizzi un autonomo potere di accesso e iniziativa della polizia locale.
5. Gli accordi o patti per la sicurezza devono essere disciplinati per legge chiarendo in modo esplicito la loro funzione di strumenti operativi del coordinamento.
6. Va definito con chiarezza l’oggetto delle ordinanze “contingibili e urgenti”, che devono avere il carattere dell’intervento straordinario legato a necessità specifiche.
7. Va definito, di conseguenza, lo strumento proprio delle situazioni ordinarie, con l’adozione di regolamenti di sicurezza e polizia urbana riguardanti funzioni di sicurezza pubblica e di polizia amministrativa.
8. E’ necessario procedere alla riforma della polizia locale, definendo le funzioni, il coordinamento e la cooperazione con le forze di polizia dello Stato.