Le caratteristiche delle “rocce affioranti” in Appennino per i geologi diventano interessanti elementi di studio per comprendere meglio cosa succede in zone sismogeniche che si trovano anche a lontane latitudini, come nella Costa Rica.
“Nella Costa Rica attualmente – spiega la dott. ssa Francesca Remitti dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – si sta portando avanti un progetto che ha l’obiettivo di fare un carotaggio che attraversi la zona sismogenetica, dove si generano i terremoti, a una profondità di circa 5 km, per caratterizzare i materiali che si trovano in quelle condizioni (temperature, composizione, presenza di fluidi, caratteristiche dei fluidi etc.). In Appennino Settentrionale ora sono in affioramento, grazie all’erosione, rocce che si trovavano in quelle stesse condizioni tra 30 e 15 Milioni di anni fa. Lo studio di queste rocce affioranti ci permette di prevedere che cosa verrà perforato in zone, come appunto la Costa Rica, attualmente attive e quindi di indirizzare ed ottimizzare campagne di perforazione”.
Da qui l’interesse del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che dedica un seminario agli effetti erosivi della Costa Rica.
L’appuntamento è per giovedì 28 aprile 2011 alle ore 16.30 presso l’Aula M del Dipartimento Scienze della Terra (Largo S. Eufemia 19) a Modena, dove la dott.ssa Paola Vannucchi dell’Università di Firenze, corresponsabile del progetto “Costa Rica Seismogenesis” terrà una lezione su “Erosive subduction margins: an overview of modern and fossil examples”
“Quasi la metà delle zone di subduzione attive – afferma la dott.ssa Paola Vannucchi dell’Università di Firenze – sono caratterizzate dall’erosione tettonica della placca sovrascorrente ad opera della placca in subduzione. É attualmente soggetta ad erosione tettonica anche la zona di subduzione in cui si è originato il sisma distruttivo dell’11 marzo in Giappone. Accrezione ed erosione tettonica sono i processi che determinano il materiale sul quale si imposta il limite di placca. In prismi di accrezione, il materiale è costituito dai sedimenti clastici di fossa che vengono trasportati in profondità dove raggiungono temperature e pressioni sempre più elevate. Invece i limiti di placca dei margini erosivi interessano la placca superiore, che può essere costituita da materiale cristallino o magmatico oppure da un prisma di accrezione fossile. Dal punto di vista della sismogenesi questo significa che la faglia che rappresenta il limite di placca ha caratteristiche diverse nei due tipi di margine e diventa quindi cruciale il suo studio sia in esempi fossili che attuali”.
Il Complex Drilling Program CRISP – Costa Rica Seismogenesis Project – è stato pensato per esplorare i processi responsabili del comportamento sismico delle faglie, attraverso la perforazione del limite fra le placche di un margine convergente erosivo. Nella prima spedizione, dal 15 marzo al 13 aprile 2011, per definire le condizioni al contorno, sono stati perforati due siti di scarpata e sono state raccolte informazioni sulle litologie, sul flusso di fluidi e sulla struttura termica potenzialmente responsabili dell’innesco di comportamento sismico nei margini erosivi.