Ho votato no alla relazione Lehne che proponeva di introdurre il trilinguismo nella normativa sui brevetti. Se questa normativa fosse approvata definitivamente i brevetti potrebbero essere tradotti solo in inglese, francese e tedesco, con grave danno per le aziende italiane che dovrebbero sostenere costi altissimi per effettuare la traduzione tecnica del testo dei brevetti presentati”.
Così dichiara Tiziano Motti, eurodeputato del Partito Popolare Europeo eletto nella delegazione UDC e membro della Commissione per il Mercato interno ed i diritti dei consumatori.
“Le indicazioni del mio gruppo parlamentare erano di votare a favore, ma non mi sento di approvare una legislazione che riconosco lesiva degli interessi del mio paese e dei suoi cittadini, in particolare di tutte le piccole e medie imprese italiane e dei nostri consumatori. È chiaro che un aggravio dei costi per le imprese si ripercuoterebbe poi su un aumento dei costi dei prodotti a scapito dei consumatori.”
Il deputato reggiano è sostenitore e strenuo difensore dei diritti dei cittadini, dai tempi in cui fondò l’associazione “Europa dei Diritti”, che oggi conta più di cento mila iscritti e attivò l’edizione di guide informative sui diritti dei cittadini, diffuse oggi gratuitamente a milioni di famiglie italiane.
L’On. Motti non è d’accordo neppure con la proposta di cooperazione rafforzata votata oggi in Parlamento riunitosi in sessione plenaria a Strasburgo. La cooperazione rafforzata è una clausola introdotta dal Trattato di Lisbona che permette a un gruppo ristretto di Paesi (almeno nove) di procedere più rapidamente sulla strada dell’integrazione. Secondo Motti “la cooperazione rafforzata dovrebbe restare un meccanismo eccezionale e non dovrebbe essere utilizzata per escludere gli Stati Membri disposti a negoziare, come per esempio l’Italia e la Spagna. Non posso votare a favore della cooperazione rafforzata nel caso dell’introduzione del trilinguismo per i brevetti, perchè la mia responsabilità di deputato italiano è anche quella di difendere la nostra indipendenza linguistica e gli interessi del mio Paese. Considero inoltre che la cooperazione rafforzata tra dieci o dodici paesi in questo settore possa rappresentare una distorsione delle condizioni di concorrenza leale, a vantaggio dei paesi facenti parte della cooperazione rafforzata.”
In linea poi con la posizione del Senato italiano, Motti ribadisce l’importanza di continuare a negoziare sulla questione e appoggia la proposta italiana che prevede per i brevetti europei la lingua del paese dell’inventore e poi la sola traduzione in inglese.