“Una grave scorrettezza della maggioranza in Assemblea legislativa regionale che evidenzia la protervia della sinistra che persiste nel voler celare verità storiche per essa imbarazzanti”. Questo il commento dei componenti del Gruppo PDL in Regione Emilia-Romagna, riguardo il rifiuto di inserire all’ordine del giorno la risoluzione presentata dal Popolo della Libertà per commemorare il Giorno del Ricordo che cade il 10 febbraio.

Nell’ordine del giorno, firmato da tutti Consiglieri regionali del Gruppo PDL, si chiedeva di incrementare le iniziative pubbliche nel territorio dell’Emilia-Romagna e soprattutto nelle scuole per ricordare la grande tragedia italiana delle Foibe e dell’esodo delle popolazioni istriane, fiumane, giuliane e dalmate, cacciate dai comunisti jugoslavi e testimoniata con la ricorrenza ufficiale del Giorno del Ricordo. Inoltre gli esponenti del PDL chiedevano di promuovere incontri pubblici e nelle scuole, nel rispetto dell’autonomia scolastica, con testimoni di quei drammatici avvenimenti e coinvolgendo le associazioni ufficiali degli esuli come ad esempio i comitati comunali, provinciali e regionale dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia), che possano aiutare a trasmettere e conservare la memoria della storia e della tragedia dei confini orientali.

“Ieri abbiamo assistito alla parzialità della sinistra che è maggioranza in questa Assemblea regionale la quale insiste sulla memoria condivisa per la tragedia delle Shoah che noi abbiamo condiviso, mentre nel contempo rifiuta di accogliere una risoluzione sulla tragedia delle Foibe tacciando chi voleva solo discuterla di essere strumentale. Qui di veramente strumentale c’è il rifiuto di ricordare a due giorni dalla ricorrenza ufficiale di legge una immane tragedia italiana, con tante vittime barbaramente infoibate e cacciate dalla loro terra, solo perché italiani dai comunisti titini, che la sinistra non vuole celebrare perché evidenzia verità storiche che con enorme ipocrisia non vuole accettare”.

Il PDL ha quindi lasciato in segno di protesta l’Assemblea legislativa regionale.