“I diritti costituzionali delle donne in Italia sono calpestati, in tv si può umiliare una donna perche non dotata di seno prosperoso o vedere donne appese come prosciutti e marchiate sulle terga: bisogna ristabilire le regole di dignità e rispetto, questo tema deve entrare nell’agenda politica dell’Italia” ha detto Lorella Zanardo, autrice e regista de “Il corpo delle donne”, intervenuta ieri (martedì 8 febbraio) nella sala conferenze di Palazzo Magnani su invito del Forum provinciale delle donne e della sua presidente, la consigliera provinciale del Pd Vera Romiti.
“C’è bisogno di tante scelte di responsabilità – ha affermato la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, presente all’incontro – per dire basta a questa deriva nell’etica, nella civiltà e nei rapporti tra le persone. Se fossi un uomo mi sentirei molto più offesa per il modo in cui le donne sono rappresentate, tale mercificazione e smembramento del corpo della donna riguarda anche il vissuto dei maschi e la loro capacità di proporsi”. Per questo, Sonia Masini ha invitato il pubblico presente a partecipare alla mobiliazione nazionale di domenica 13 febbraio “Se non ora quando” in piazza Martiri del 7 luglio dalle 15.
Il corpo delle donne è un documentario che ha avuto un inaspettato successo e che il 2 marzo sarà proiettato al Parlamento Europeo. Lorella Zanardo ha voluto ribellarsi, ha voluto dire basta e denunciare una televisione che “non rappresenta le donne e contribuisce a fare un danno all’immagine del paese: non vedevo mai la tv, lavoravo all’estero, poi quando rientravo accendevo e mi stupivo di donne colpite in testa con il microfono o messe sotto un tavolo. Mi sono detta: spengo e me ne vado. Invece, ho pensato che fosse meglio fare qualcosa e che le battaglie da sole sono più difficili”. Ne è uscito un video che è online dall’aprile 2009.
“Abbiamo scelto il formato del filmato breve, 25 minuti da diffondere in rete. Una volta aperto il blog, pensavamo il nostro lavoro fosse finito. Poi è arrivata la sorpresa: in due anni oltre 3 milioni lo hanno visto, è stato tradotto in 6 lingue, 30 mila contatti sul gruppo Facebook nato per caso”.
Il corpo delle donne è stato realizzato da una donna, Lorella Zanardo e, “superando barriere e stereotipi” da due uomini, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù. Per gli autori è importante soprattutto per “i più giovani, ragazze e ragazzi che saranno il futuro dell’Italia, per insegnare loro come funziona la televisione e la dignità del proprio corpo: per questo giriamo le scuole d’Italia portando le nostre lezioni di Tv”. Sono 25 minuti che riassumono 400 minuti di programmi di intrattenimento televisivo. Il testo che accompagna le immagini è di Lorella Zanardo. “Con tanto lavoro e zero soldi, è nato un caso: internet dimostra di essere un grande strumento di democrazia”. La tv non mostra più “i volti veri delle donne, ma facce modificate, seni, busti e sederi”: “Il video ha come obiettivo quello di provocare le nostre coscienze, la mia per prima – confida Lorella Zanardo – L’obiettivo è fare in modo che nulla di quello che è stato ripreso nel documentario possa andare in onda di nuovo: chiediamo una pluralità di modelli, e non solo donne rifatte, nude, umiliate e trattate come oggetti ornamentali”.
Lorella Zanardo ha portato il documentario anche in Europa: “In Norvegia non abbiamo fatto il dibattito, il pubblico era così scioccato che non si è ripreso. Una volta una giornalista svedese ha preso parola dicendo che per come l’Italia tratta e rappresenta le donne in tv non dovrebbe essere nell’Unione europea”. Perché accade tutto questo? Per Zanardo “in Italia il tema non interessa: siamo al 74° nella classifica mondiale delle pari opportunità tra uomini e donne, ma nessuno reagisce con forza”.
Questo quadro desolante è cominciato “trent’anni fa con programmi quali Drive In e Colpo Grosso – commenta Lorella Zanardo – Le notti di Arcore non sono un caso. Ma il denaro non è tutto. Una madre con la figlia soubrette mi disse che voleva che la figlia potesse esistere: il modo di esistere è apparire”, nell’Italia del 2011. “Quando la donna è trattata come un animale o un vaso di fiori, è lesa l’immagine di tutta l’Italia, che perde credibilità e si dimostra un paese in crisi, che arranca, inferiore” denuncia Lorella Zanardo. Una soluzione, per l’autrice anche di un libro che racconta le iniziative nate sul territorio dopo la proiezione del documentario, ci sarebbe: “I media impongono modelli, formano e informano. Nessuno si spoglia in pubblico come accade in tv, ma in tv accade perché arrivano più introiti pubblicitari: bisogna ristabilire delle regole, il sistema televisivo e politico non può più accettare che si faccia carriera con il corpo”.