Il Governo apra “un confronto con le aziende multinazionali” per “attuare una politica industriale per il distretto biomedicale”. Lo chiede la risoluzione sulla vicenda Gambro approvata ieri dall’Assemblea legislativa col voto favorevole della maggioranza di centrosinistra e della Lega nord, Udc e Movimento 5 Stelle, mentre il PdL è uscito dall’aula.

Il documento, che vede come prima firmataria la consigliera regionale del Partito Democratico Palma Costi, impegna la Giunta a realizzare “ogni iniziativa utile” per “valutare eventuali ipotesi alternative” alla chiusura dell’attività produttiva delle linee sangue.

«La decisione di chiudere la linea produttiva è assolutamente improvvisa – hanno ricordato sia Palma Costi sia Luciano Vecchi – e in netto contrasto con quanto dichiarato dall’impresa il 24 marzo 2009 in un accordo firmato in Regione, nel quale le parti avevano condiviso gli obiettivi e i percorsi fondamentali per sviluppare gli investimenti e migliorare la competitività aziendale dello stabilimento di Medolla. Si tratta inoltre di una scelta non giustificata dall’andamento complessivo del distretto biomedicale, che anche negli anni più difficili della crisi economica internazionale ha registrato una moderata crescita in termini di produzione e fatturato».

Durante i lavori dell’Assemblea legislativa, il Gruppo PD ha chiesto di anticipare la discussione della risoluzione sulla Gambro di Medolla, vista la drammatica situazione occupazionale che, a seguito delle decisioni assunte dalla multinazionale, rischia di coinvolgere oltre 400 lavoratori. «Troviamo vergognoso – hanno dichiarato i consiglieri Palma Costi, Stefano Bonaccini e Luciano Vecchi – che il PdL abbia deciso di abbandonare l’Aula in un momento così importante, in cui la politica dovrebbe superare le polemiche e le divisioni di parte per occuparsi della tutela del lavoro, la cui perdita in questo caso rischia di compromettere il futuro di troppe famiglie».

«Apprezziamo invece – ha proseguito Stefano Bonaccini – che oltre a tutto il centrosinistra, anche l’Udc, il Movimento 5 Stelle e la Lega nord abbiano deciso, rimanendo in Aula, di approvare la risoluzione che chiede la difesa della produzione e dei posti di lavori».

«Il settore biomedicale è strategico per l’intero sistema economico regionale, per l’elevato contenuto di ricerca ed innovazione dei prodotti/servizi, per le potenzialità di sviluppo tecnologico, derivanti dai repentini mutamenti della scienza e della terapia medica, per l’impatto sulle prestazioni e servizi del Sistema Sanitario regionale e per le possibili ricadute su altre specializzazioni produttive (meccanica, elettronica, chimica, servizi,) regionali e nazionali, grazie alle numerose applicazioni trasversali» ha ricordato il Presidente del Gruppo PD in Regione Emilia-Romagna Marco Monari.

La risoluzione impegna la Giunta “a promuovere ogni iniziativa utile per fare chiarezza sulle scelte manifestate, valutare eventuali ipotesi alternative che consentano di mantenere attiva la produzione di linee ematiche e salvaguardare il livello occupazionale” e “a sollecitare il Governo a farsi carico del problema dal lato occupazionale ed economico e, più in generale, ad attuare una politica industriale per il distretto biomedicale attivando un confronto con le aziende multinazionali”.