La decisione unilaterale di Gambro di delocalizzare o esternalizzare parti significative della produzione dello stabilimento di Medolla è inaccettabile. Questo il giudizio del segretario provinciale del Pd Davide Baruffi sul piano di ristrutturazione comunicato questa mattina dalla direzione della multinazionale.
“Si tratta di un piano che non ha in sé nulla di condivisibile – prosegue Baruffi – 400 persone a casa nel giro di un anno, nella migliore delle ipotesi. Una decisione irricevibile, prospettata stamane ai lavoratori, senza alcuna indicazione minimamente credibile di riconversione e assorbimento della manodopera. Uno smottamento che mette a rischio la stessa capacità di tenuta sociale della bassa modenese e della provincia di Modena”.
Il Partito democratico non si limita a esprimere solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle famiglie. “Occorre reagire immediatamente e nel modo più efficace – dichiara il segretario del Pd – coinvolgendo da subito i Comuni, la Provincia, la Regione Emilia-Romagna, il governo nazionale. Senza un confronto che escluda ogni scelta unilaterale e coinvolga immediatamente le istituzioni non esiste nemmeno lo spazio minimo di interlocuzione”.
Gli amministratori locali e i rappresentanti modenesi del Pd in Regione e in Parlamento si stanno facendo parte attiva affinché non solo la Regione Emilia-Romagna, ma il Governo nazionale assumano un’iniziativa forte. “Non solo il Ministero per lo sviluppo economico – aggiunge Baruffi – ma lo stesso Ministro della salute dovrebbero sentirsi parte in causa: la rilevanza dello stabilimento e il numero di lavoratori coinvolti da un lato, dall’altro la committenza strategica che questo Paese e il sistema sanitario nazionale rappresentano per tutte le aziende del settore biomedicale sono tali – conclude Baruffi – da non consentire a nessuno di chiamarsi fuori o rimanere spettatori neutrali”.
Già stamane, oltre agli amministratori locali, per il Pd modenese era presente tra i lavoratori il responsabile Lavoro Paolo Pirazzoli, che dichiara: “Sorprende questa notizia, stanti i numeri complessivamente positivi che il comparto biomedicale, a differenza di altri, ha avuto pur nella crisi. Nel caso di Gambro, siamo davanti ad uno stabilimento che nel tempo ha costruito accordi significativi per accrescere produttività ed efficienza dell’azienda: produzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per 365 giorni l’anno, che coinvolge nei turni notturni anche le donne. Lavoratori e sindacato hanno dato e stanno dando molto a questa impresa, non meritano in alcun modo un trattamento così severo e incomprensibile”.