“”Vergogna”, è questo l’unico termine appropriato per definire l’iniziativa del PD Castelfranchese che si mette a raccoglier fondi per pagare il biglietto di sola andata per Antigua a Silvio Berlusconi. Di fatto un autentico invito all’esilio, una smargiassata volgare, offensiva per le istituzioni e la giustizia”. Così il Consigliere Regionale del PDL Enrico Aimi intervenuto per commentare l’iniziativa lanciata dal PD di Castelfranco Emilia e subito bollata come “un gesto evocativo del reale intendimento di una parte (ce lo auguriamo) di quel partito che evidentemente ha ancora poca confidenza con la democrazia e i principi che ad essa sottendono, a partire da quello fondamentale: il rispetto per l’avversario politico che mai deve essere considerato un nemico. Un partito – ha osservato il coordinatore vicario del PDL provinciale – che a parole si riempie la bocca con gli alti principi fondanti la Repubblica Italiana, che racconta di difendere strenuamente la Costituzione, si prende solidaristicamente per mano, si mette in marcia con le bandiere arcobaleno e i fazzoletti viola al collo brandendo il sacro testo dei Padri Fondatori e gridando con indignazione: “giù le mani dalla Costituzione”.

Poi compare Berlusconi, tornano in campo i demagoghi da trincea con la bava alla bocca e il riflesso incondizionato riporta la memoria ai nemici del popolo: da Craxi ad Andreotti. Il primo morto in esilio ad Hammamet, il secondo bollato come mafioso e tenuto a Palermo sulla griglia giudiziaria per dieci lunghi anni, poi assolto con formula piena. Il destino degli anticomunisti si somiglia. E la storia del nostro Paese sul tema ha parecchi capitoli. Molti, per il momento, ancora da sfogliare a dovere o addirittura non ancora letti e vergognosamente infilati nell’ideale soffitta della memoria.

Insomma – ha rincarato Aimi – in Italia i comunisti, gli eredi dei comunisti e i comunisti in sedicesimo non riescono proprio ad andare al potere. Le provano tutte: con le buone e con le cattive; con la violenza o mascherati da pacifisti; con i rubli dell’ex grande Partito Comunista Sovietico o tifando per Barack Obama. Niente da fare: sono ancora fermi al palo sulla graticola dell’invidia e dell’odio politico. Ora per il Cavaliere un nuovo attacco, l’ennesimo tentativo di abbatterlo a costo di bruciare e rinnegare tutti i sacri principi sui quali fino all’altro ieri questi contriti compagni avevano fatto “giurin giuretta”: a cominciare da quello secondo cui nessuno può essere considerato colpevole fino alla pronuncia di una sentenza definitiva di condanna. Ma ad oggi Berlusconi non è nemmeno imputato e secondo la logica perversa di qualche esaltato, amante della giustizia sommaria, il “mostro” di Arcore, il “barbablù” della Brianza sarebbe già passato dal Gip, rinviato a giudizio, condannato in primo grado, Appello e Cassazione.

E dunque con quale faccia e soprattutto con quale spirito, cari compagni, vi proclamate difensori della Carta costituzionale? Riserviamo a Berlusconi il principio che la legge è uguale per tutti (anche se non esiste nell’Orbe Terracqueo cittadino più perseguitato dalla giustizia di Silvio Berlusconi) o istituiamo un tribunale del popolo? C’è troppa ambiguità, condita con una forte dose di ipocrisia ed è questa la ragione vera per la quale continuerete a perdere le elezioni. Un moderato non può votarvi. Nelle fesserie politiche siete recidivi. Come sempre reggete la parte dei “buoni” solo per pochi istanti, poi riemerge l’indole massimalista e forcaiola, specie oggi che andate a braccetto con Di Pietro. Qualche vostro illuminato dirigente si sforza di dimostrare che siete cambiati, che l’elettorato moderato può votarvi, poi – ha concluso Aimi – arriva come sempre il “cugino” impresentabile (ultimamente spesso da Castelfranco) che vi rovina tutto”.