Una quarantina di studenti e una ventina di docenti stranieri e italiani sono ospiti dell’Università degli studi di Modena e Reggio per due settimane per approfondire conoscenze e tecniche di conservazione e protezione dei beni culturali. Il progetto, coordinato dalla prof.ssa Giovanna Vezzalini dell’Ateneo modenese-reggiano, vede coinvolte le università francesi di Paris-Est , di Marne la Vallee e di Paris 12 – Val de Marne, Reims, un ateneo rumeno di Babes-Bolyai Cluj-Napoca e le Università di Pavia e di Siena.Il corso, che vedrà fra l’altro una salita-escursione scientifica alla Torre Ghirlandina giovedì 20 gennaio, è il risultato di consolidate collaborazioni internazionali tra i ricercatori delle università coinvolte e rientra nell’ambito del programma intensivo LLP/Erasmus “Cultural Heritage Materials: from diagnostics to conservation” – CherMat che vuole supplire alla carenza di studenti in grado di applicare discipline differenti e innovative sulla diagnostica e conservazione dei materiali dei beni culturali.

Attualmente l’Europa manca di una politica comune per la conservazione e la protezione dei Beni Culturali. Il programma intensivo, che è stato messo a punto dagli studiosi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha lo scopo di aumentare la consapevolezza su questi temi sempre più di attualità e di preparare gli studenti, che desiderano lavorare nel settore della salvaguardia dei Beni Culturali, fornendo loro una preparazione di livello internazionale. L’esperienza modenese consentirà ai partecipanti di confrontare i diversi approcci usati nei vari paesi della comunità europea nel campo della conservazione dei beni culturali, in quanto essenziale per ogni futura politica comune in questo settore.

“Il degrado dei materiali dei Beni Culturali – afferma la prof. Giovanna Vezzalini dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – dipende da una serie di fattori climatici, antropici, microbiologici e chimico-fisici e naturalmente dalla natura del materiale coinvolto. La conoscenza delle proprietà dei materiali e dell’impatto dei fenomeni di degrado richiede conoscenze tipiche di differenti discipline. Per tale motivo il Programma Intensivo CHerMat è un corso multidisciplinare e tratta temi relativi alla scienza dei materiali, chimica, geologia, microbiologia, archeologia, architettura e storia dell’arte. Il continuo calo di studenti nell’ambito delle scienze esatte, frequentemente lamentato in ambito nazionale ed internazionale, necessita di percorsi di istruzione comuni a diverse istituzioni europee. Questo problema è particolarmente grave in discipline che interfacciano campi scientifici diversi, quali la diagnostica e la conservazione dei beni culturali, a fronte dell’urgente necessità di preservare dalla distruzione il patrimonio storico e artistico, come alcuni recenti fatti di cronaca hanno ben evidenziato”.

Il Programma Intensivo CHerMat, che vede lavorare assieme gli studenti del corso di laurea magistrale in Conservazione e Diagnostica del Patrimonio Culturale e gli studenti stranieri, nonché i docenti degli atenei coinvolti, contribuisce, inoltre, a rafforzare il processo di internazionalizzazione che l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia gestisce attraverso programmi di collaborazione, formazione e didattica con università straniere dei Paesi membri della UE e dii Paesi terzi.

“La mobilità di docenti, ricercatori e studenti costituisce – afferma il Delegato ai Rapporti Internazionali dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Sergio Paba – oltre che un utile strumento per accrescere la qualità della didattica, della ricerca e della formazione accademica, consentendo di aumentare la competitività del nostro sistema universitario a livello internazionale,è anche un obiettivo strategico dell’Ateneo”.