Continuano a preoccupare i dati relativi alle violenze sulle donne: nel 2010 in Italia 115 donne hanno trovato la morte a causa della violenza maschile. “Si tratta di dati che da soli impongono alla politica, alle istituzioni e alla società una svolta profonda e radicale nella difesa delle donne, così come impongono di perseguire con durezza i reati di violenza contro tutti i cittadini più deboli” – esorta l’eurodeputato Udc-Ppe, Tiziano Motti. Questo l’appello in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra domani , mentre il prossimo 3 dicembre Motti relazionerà in Commissione europea sulla sua proposta di creare una sinergia europea per monitorare e perseguire i molestatori sessuali. Un’ iniziativa parlamentare già accolta dalla maggioranza assoluta dei deputati di Bruxelles, che in tempi record è diventata, quattro mesi orsono, una risoluzione ufficiale del Parlamento europeo. Si tratta della nascita di un’Agenzia di allarme rapido (S.A.R.E.) che permetta di contrastare le violenze sui più deboli, attraverso un migliore coordinamento fra autorità pubbliche degli Stati membri Ue e la Commissione. “In Italia nel 2006 sono state 101 le donne uccise da un uomo violento, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009.

Ad essere pericoloso per le donne è soprattutto la violenza domestica, principale causa di morte per le vittime di femminicidio. Lo scorso anno il 37% delle vittime è morta per mano dei mariti, il 18% è stata uccisa da un convivente o un fidanzato e il 9% da un ex compagno. Un altro tredici per cento dei delitti è stato compiuto da parenti. Vittime e assassini sono nella stragrande maggioranza dei casi, rispettivamente 70,8 e 76%, di nazionalità italiana”. Lo riferiscono le volontarie della casa delle donne di Bologna che hanno raccolto i dati.