Legacoop Reggio Emilia ha presentato alla sua Direzione i dati sull’andamento delle cooperative associate nel secondo trimestre del 2010. “E’ di questi giorni – ha spiegato il presidente Ildo Cigarini – la presentazione da parte dell’Ue della previsione sul risultato che il prodotto interno lordo registrerà per l’anno in corso. Questi dati sembrano indicare l’avvio di una timida ripresa dei mercati, seppur molto lenta e discontinua; le imprese cooperative si inseriscono in questo contesto, forti del proprio attaccamento territoriale e soprattutto della scelta di reinvestire continuamente gli utili conseguiti in azienda”.

Per quanto riguarda le cooperative reggiane il 2010 è iniziato all’insegna di un clima diffuso di preoccupazione sulla concreta possibilità di uscire in tempi brevi dalla crisi che ha attanagliato i mercati per tutto il 2009. Secondo i dati presentati da Daniela Cervi, responsabile dell’Area economico-finanziaria di Legacoop, i primi mesi del 2010 sono stati caratterizzati dal permanere di situazioni di difficoltà soprattutto per i settori manifatturiero e delle costruzioni. Positivi, pur in presenza di una contrazione della marginalità aziendale e di un sensibile peggioramento del livello di esposizione finanziaria, gli andamenti delle cooperative del settore dei servizi, della grande distribuzione e dell’agroalimentare. Il secondo trimestre non sembra discostarsi significativamente da quanto emerso nel periodo precedente: rimane un clima di incertezza e di preoccupazione circa la sostenibilità di una ripresa che ancora tarda a manifestarsi.

Per il settore delle costruzioni si accentuano le difficoltà nell’ottenimento di commesse, specialmente nei confronti di Enti Pubblici pesantemente colpiti dalla Legge finanziaria e dal patto di stabilità che blocca gli investimenti e cresce drasticamente il livello di concorrenza tra imprese, spesso disposte ad operare sotto-costo pur di ottenere l’assegnazione dei lavori, con inevitabili ripercussioni in termini di marginalità. Permane la situazione di profonda difficoltà del settore immobiliare e dell’edilizia abitativa con un andamento della domanda definito “sussultorio”. I settori dei laterizi, degli inerti e dei serramenti e infissi, tra i più colpiti dalla crisi, presentano qualche labile e frammentario segnale di ripresa. Aumentano le preoccupazioni nella filiera agroalimentare in cui, nonostante la tenuta dei volumi ed il raggiungimento di buoni risultati sul versante del Parmigiano-Reggiano e dei vini, si teme per il possibile incremento dei prezzi delle materie prime e per la progressiva erosione dei margini reddituali lungo tutta la catena del valore. Il settore del commercio registra una certa stabilità dei consumi in termini di volumi, ma con una variazione significativa del paniere di beni acquisiti; il modello d’acquisto del consumatore si sposta sempre più sui prodotti in offerta, soprattutto per effetto del numero crescente di famiglie in difficoltà e dell’incertezza dei lavoratori coinvolti nell’utilizzo di ammortizzatori sociali. Nelle cooperative dei servizi si registra una crescita dell’attività per ristorazione, trasporti, pulizie e sicurezza; in lieve ripresa anche il comparto della logistica, tra i più colpiti dalla crisi. Risultati moderatamente incoraggianti sul fronte della cooperazione sociale, pur in presenza di un assottigliamento della redditività caratteristica e di un momento cruciale di svolta coincidente con l’accreditamento delle strutture ricettive.

Le reazioni alla crisi sono state improntate da un lato, al miglioramento dell’efficienza, al contenimento dei costi operativi, al reperimento di nuove risorse monetarie e dall’altro, al rilancio verso il mercato in termini di promozione commerciale e differenziazione produttiva.

In conclusione, si confermano le previsioni per il 2010 di un valore della produzione aggregato in crescita rispetto al 2009 di 4-5 punti percentuali (6,7 miliardi di euro in valore assoluto), pur con significative differenze tra i vari settori. In crescita i servizi, l’agroalimentare, le sociali, stabile il commercio, in sofferenza le costruzioni, il manifatturiero e l’abitazione.

Sul fronte finanziario emerge un incremento del tasso di indebitamento, in particolar modo per quanto concerne l’esposizione di breve periodo su cui incide in misura preponderante la gestione del capitale circolante appesantito dalle dilazioni di pagamento operate dalla clientela.

Sono soprattutto gli enti pubblici a ritardare il saldo delle prestazioni fornite, ma si registra una situazione di criticità consistente anche nel privato. Gli investimenti, nonostante la stretta creditizia, si mantengono su livelli considerevoli e vengono percepiti come potenziali vantaggi competitivi dalle aziende.

Sul fronte del personale il deterioramento del mercato del lavoro è destinato a proseguire ancora, a causa dei forti riassetti produttivi. Il sistema cooperativo esprime una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali (sono oltre 40.000 le unità, stabili in tutti i settori), con un modesto ricorso agli ammortizzatori sociali, limitato ad otto imprese (meno di un migliaio di persone, prevalentemente a rotazione e in misura parziale).