La stampa locale ha diffuso ieri alcuni dati relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro. Da tempo si registra un calo del numero degli eventi infortunistici registrati nella nostra provincia: 22.215 nel 2008 a fronte dei 24.764 del 2003.

E’ sempre positivo registrare una diminuzione degli infortuni, pur tuttavia la Cgil invita a leggere i dati facendo un’analisi più precisa e non accontentandosi di leggere i numeri per quello che sono.

Il primo dato che emerge è che a partire dal 2004, a fronte di un calo significativo del dato generale degli eventi, rimane invece quasi stazionario il numero dei infortuni che producono invalidità permanente, ossia quegli infortuni di una certa gravità a fronte dei quali l’Inail elargisce un indennizzo o addirittura, nei casi più gravi, una rendita mensile.

Cosa può significare ciò? Come può un fenomeno diminuire vistosamente nel solo dato generale (numero totale infortuni) e non diminuire quasi per nulla in una delle sue componenti (infortuni gravi)? L’attuale sistema di accesso al mondo lavoro (con prevalenti contratti a tempo determinato) può scoraggiare i lavoratori nel denunciare alcuni eventi infortunistici lievi. Il datore di lavoro, a fronte di una denuncia e relative conseguenze (aumento del premio Inail, eventuali strascichi a livello penale, problemi con talune certificazioni, ecc.), potrebbe infatti orientarsi verso un’eventuale non riassunzione del lavoratore con contratto a termine. Non a caso, se si esclude il 2007, è dal 2004 (anno successivo al varo della legge sulle “assunzioni più flessibili”) che il dato degli infortuni lievi diminuisce percettibilmente: anzi si potrebbe dire che quasi tutto il calo di infortuni è relativo a quelli di lieve entità.

Per quanto riguarda invece la Convenzione che ha preso il via ieri in Provincia e finalizzato a redigere una sorta di linea guida destinata alle imprese per aiutarle a districarsi nei meandri delle normative sulla sicurezza, la Cgil esprime il proprio rammarico per aver chiesto nelle opportune sedi di poter includere in questo progetto il Sindacato (che a Modena ha sempre svolto un ruolo attivo sulla sicurezza), senza però ottenerne il coinvolgimento. Segnaliamo però che spesso le organizzazioni datoriali, quando tengono corsi sulla sicurezza alle ditte loro associate, dimenticano di far presente che la figura sindacale del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) deve a pieno titolo essere integrata e coinvolta nelle dinamiche aziendali volte a garantire maggiore sicurezza sul lavoro. Il coinvolgimento degli Rls raramente avviene e tale mancanza si configura come disapplicazione delle norme ed è sanzionabile ai sensi dell’art.18 del DLgs. 81/01 (norma che ha sostituito il decreto legislativo 626) con un’ammenda da € 2.000 a € 4.000. Nonostante l’obbligo di legge, ci risulta che siano rarissime le occasioni in cui i datori di lavoro in questi anni sono stati sanzionati per tale mancanza.

La Cgil si augura che, essendo stato tale progetto patrocinato e sovvenzionato oltre che dalle associazioni datoriali, anche da Enti istituzionalmente preposti alla sicurezza (Inail, Ausl, Provincia), si trovi il modo di recuperare il rapporto con le Organizzazioni sindacali modenesi e assicurare il coinvolgimento degli Rls laddove previsto dalla legge, ad esempio, ogni qualvolta l’azienda sia tenuta a misurare rischi ambientali quali rumore, vibrazioni, rischio chimico, ecc…

(Dipartimento Salute e Sicurezza Cgil Modena)