Il Comune di Modena acquisterà una azione del costo di mille euro per aderire alla società Lepida spa e continuare ad utilizzare i servizi da essa messi a disposizione. La delibera è stata approvata dal Consiglio comunale di Modena nella giornata di ieri, lunedì 19 luglio, con il voto favorevole della maggioranza e contrario di Lega nord, Pdl, Idv e Udc.

“Già dal 2000 la Regione Emilia Romagna ha progettato e realizzato Lepida, una rete a banda larga che permette di collegare in fibra ottica tutte le sedi delle pubbliche Amministrazioni della Regione. Il nome viene dalla via Emilia, da Marco Emilio Lepido”, ha spiegato l’assessore al Servizio progetti telematici Marcella Nordi presentando la delibera. L’infrastruttura tecnologica ha una serie di scopi: rendere disponibile alle pubbliche Amministrazioni una sede in fibra ottica moderna, avere ancora una rete radiomobile regionale multiservizi, pianificare lo sviluppo e la gestione unitaria delle infrastrutture delle telecomunicazioni degli enti collegati, garantire l’erogazione dei servizi informatici e ridurre il divario digitale che esiste tra Comuni, in modo che anche quelli più piccoli possano avere gli stessi strumenti di quelli capoluogo. La rete Lepida ha avuto due fasi: la costituzione della rete geografica, completamente a carico della Regione Emilia Romagna, e la progettazione e costituzione delle reti cittadine. “La community network della Regione permette di mettere a confronto le capacità informatiche dei vari Comuni, di sviluppare e scambiare gli strumenti con risparmi in termini economici e con un più facile disbrigo di pratiche. Questo consente ai cittadini di avere un servizio omogeneo”, ha proseguito Nordi. “I servizi della società sono stati utilizzati gratuitamente fino al 2008 – ha spiegato l’assessore – mentre dal 2009 il Comune di Modena versa a Lepida 60 mila euro annui”. La normativa Bersani prevede che società come queste possano offrire servizi ai soli soci, “per cui è fondamentale acquisire questa azione per poter continuare ad usufruire di questi servizi”, ha concluso.

Ad aprire il dibattito Gian Carlo Pellacani che ha definito Lepida come “il solito carrozzone di cui si poteva fare a meno, un ente inutile”. Secondo il consigliere del Pdl quella in atto sarebbe “un’operazione che serve a legittimare la nuova società come tante altre che la Regione ha attivato, anche per attività poco efficaci se non inutili. E’ un modo di procedere che ci sentiamo di denunciare”. Anche per Mauro Manfredini, Lega nord, l’ingresso dei Comuni in Lepida è “inutile, così come la partecipazione in Hera. Continuerà a prendere decisione la Regione, che detiene il 99% delle azioni”. Le restrizioni per ridurre i costi “non valgono per questa società, le cui spese sono costantemente aumentate”, ha aggiunto. Davide Torrini, Udc, ha definito quella della messa in rete “un’operazione importante”, ma ha espresso perplessità sul tipo di società: “Tra un po’ ci verrete a dire che sarebbe utile fornire i servizi di Lepida anche ai cittadini – ha detto – e si andrà a fare concorrenza alle aziende del settore partendo da tutti i vantaggi di una struttura fintamente pubblica, che può diventare privata”. In dichiarazione di voto, anche la consigliera Eugenia Rossi, Idv, ha espresso perplessità: “Non posso non metterne in evidenza i limiti”, ha affermato. “Circa un mese fa era stata ventilata l’ipotesi di accesso dei privati – ha precisato – penso che il contributo delle imprese avrebbe consentito un vantaggio reciproco”. Una spesa di questo genere “in questo momento credo non possa essere sostenuta solo dagli enti pubblici”, ha aggiunto.

Enrico Artioli, Pd, ha fatto alcuni esempi dei servizi che si appoggeranno all’infrastruttura: “Quelli tecnologici, dal sistema di autenticazione personale ai servizi voip; quelli per la sanità, che consentiranno ai medici di consultare cartelle cliniche da tutta la Regione; quelli per l’istruzione, ad esempio per l’archiviazione del materiale didattico; quelli anagrafici; quelli alle imprese, come i bandi on line; e quelli per la dematerializzazione, come il timbro e la fatturazione elettronici”.

L’assessore Nordi, nella replica, ha commentato: “Mi sembra difficile presagire adesso cosa potrà diventare Lepida in futuro. Credo che la domanda da porsi sia se vogliamo rimanere legati alle offerte che Lepida ci dà o se vogliamo uscirne”.