Intervengo divertito dall’ultimo di una serie di elogi che l’amministrazione sassolese rivolge da qualche tempo alla polizia locale per interventi sulla “sicurezza”.
Non è di certo “da qualche mese a questa parte” che i cittadini inoltrano segnalazioni alle forze dell’ordine, può esserci semmai stato un lieve incremento. Considerare però la lotta allo spaccio come attività di sicurezza è un’imprecisione piuttosto grossolana, poiché non tutto ciò che è reato mette a repentaglio l’ordine pubblico.
È illusorio abbinare spaccio e violenza, poiché generalmente la vendita è svolta in maniera del tutto pacifica, in virtù del fatto che qualsiasi richiamo alla paura potrebbe allontanare “clienti”. Spacciatori ubriachi o in possesso di armi sono pochi e poco furbi, non serve molto ingegno a comprendere che uno spaccio consapevole necessita di meno attenzioni possibili. Solo in questi casi si ricade nell’ordine pubblico, ma per merito delle circostanze e non per merito della droga.
Il soggetto che è stato arrestato martedì (l’ultimo di una serie) addirittura si intratteneva coi ragazzi sull’autobus e non è stato trovato in possesso di alcuna arma, ma solo di hascish. Abbiamo quindi festeggiato l’incarcerazione dell’ennesimo venditore di cannabinoidi, meno di una mosca per le mafie che hanno investito su di lui e nuovo inquilino delle carceri strapiene, che sono il vero degrado e la peggior vergogna nazionale.
In conclusione i risultati sono dei più risibili e non degni di nota, la sicurezza non si fa con i comunicati stampa e i sassolesi consumatori di stupefacenti possono stare tranquilli, in regime di povertà crescente saranno sempre arruolati nuovi spacciatori per la loro domanda.
Riccardo Macchioni (Radicali Italiani)