“L’obiettivo di comitati, Italia Nostra, Legambiente e Wwf non è contrastare un progetto, ma bloccare la città, poco importa che si tratti di piani di sviluppo, di interventi di riqualificazione o della realizzazione di case per i modenesi”. Così Daniele Sitta, assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena, commenta le posizioni di comitati, Italia Nostra, Legambiente e Wwf riportate dagli organi di informazione.

“Per sostenere posizioni di miope conservazione si fa appello alla difesa dell’ambiente, della legalità, della democrazia, ma spesso tutto ciò nasconde in alcuni casi la difesa di interessi diretti, in altri una visione chiusa della città”, prosegue Sitta. “Il confronto, che troppo spesso viene trasformato in scontro e guerra personale, non è sui singoli progetti, ma su una concezione di Modena e della vita della nostra comunità. Sarebbe un confronto non solo legittimo, ma anche alto se si avesse l’onestà intellettuale di sgombrarlo dalle motivazioni strumentali”.

Secondo l’assessore, “realizzare spazi per le attività economiche e case per chi non le ha può essere ritenuto inopportuno o addirittura devastante solo da chi non avverte il problema dell’occupazione e dell’alloggio”. Spesso vengono inoltre contestati, lamenta Sitta, “anche gli interventi che riguardano la realizzazione di piste ciclabili, di aree verdi e di limitazioni dell’uso improprio delle auto, strumenti con i quali si tutela concretamente l’ambiente”.

L’assessore ricorda inoltre che “nelle decine di ricorsi e cause che Italia Nostra e altre associazioni hanno presentato, il giudizio ha sempre dato loro torto” e, per quanto riguarda il caso specifico del Peep di via Canizzaro, Sitta ritiene “comprensibile che chi abita al confine gradisca poco altri edifici nelle vicinanze, ma è improprio lanciare falsi allarmi relativi al presunto pericolo di costruire sulle vasche dell’acquedotto, eventualità inesistente come testimoniano i pareri degli organi competenti acquisiti dal Comune. Dei 32 pozzi dell’acquedotto ben 16, cioè la metà, si trovano già in zone residenziali – precisa l’assessore – e vengono certamente considerati più sicuri rispetto ad altri collocati in zone meno controllate e quindi soggette a possibili fattori inquinanti. Non esiste quindi alcun problema ambientale per quanto riguarda la protezione delle falde”.

Modena – conclude Sitta – deve essere “una città aperta, giovane, innovativa, capace di offrire opportunità, in grado di guardare all’Europa e di garantire anche in futuro condizioni di benessere economico e sociale ai suoi cittadini. C’è invece chi ritiene che tutto vada imbalsamato portando la città ad un sicuro declino”.