Decisione grave, forse inevitabile dopo il parere dell’Agenzia delle entrate, che peserà sulle imprese se il Governo non interverrà entro il 30 di aprile con un apposito provvedimento. Qualora prevalesse l’interpretazione che la TIA è un tributo e non una tariffa, per le aziende l’IVA andrebbe a rappresentare un costo ulteriore che si aggiungerebbe all’aumento del 2,5% già deciso, nonostante le associazioni di categoria con parere unanime avessero chiesto per quest’anno il blocco degli aumenti. Non è ancora detta l’ultima parola, ma i margini d’intervento appaiono molto ridotti.
Se malauguratamente la TIA si trasformasse in tributo, Confesercenti sin da ora chiede di riconvocare il tavolo di confronto con le Associazioni di categoria per ridiscutere l’intera questione legata all’applicazione della tariffa/tassa. Sul tavolo tra i temi da affrontare ci sarebbero la ripartizione percentuale fra consumo domestico e non domestico, gli sgravi, tuttora insufficienti, concessi alle imprese che fanno la raccolta differenziata, sino agli importanti costi di gestione della multiutility che non possono essere semplicemente scaricati sulle imprese e i cittadini.