Gli agricoltori emiliano-romagnoli denunciano il grave danno che stanno subendo per la mancata erogazione da parte di AGREA, l’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, dei contributi comunitari.
Mancano infatti all’appello i fondi previsti dal PSR (Piano di Sviluppo rurale) per gli adempimenti sulle misure agro-ambientali e i milioni di euro ancora bloccati a causa dell’impossibilità, da parete delle imprese, di risolvere gli errori rilevati sulle domande uniche 2009. Restano irrisolti, a 30 giorni dal termine ultimo, i gravi problemi che devono subire le imprese i per la presentazione della Domanda Unica per l’anno 2010.
Lo sblocco di questi giorni da parte di AGREA dei soldi della PAC dell’anno passato, a seguito del forte e determinato intervento esercitato nelle sedi opportune da parte di Confagricoltura, CIA e Copagri, non riduce l’attenzione delle organizzazioni sulle risorse attese e sul grido di sofferenza lanciato dalle imprese.
È necessario avviare – sostengono Confagricoltura, CIA e Copagri – con l’inizio della nuova legislatura un’attenta e profonda analisi del modello gestionale che la Regione Emilia-Romagna si è dato per l’erogazione delle risorse comunitarie stanziate per le aziende agricole. La creazione di un Organismo Pagatore Regionale deve rispondere – evidenziano le Organizzazioni Agricole – ai principi ispiratori ovvero “avvicinare le istituzioni alle aziende semplificando le procedure e velocizzando l’accesso alle risorse”.
Questi obiettivi, via via disattesi da AGREA, devono tornare ad essere l’asse portante del rapporto tra le imprese agricole e le Istituzioni.
I Presidenti delle tre Organizzazioni ritengono che l’Agenzia debba mettere da un lato le aziende nelle condizioni di avere, come promesso già dal 2010, una corretta ed esaustiva informazione sulle loro pratiche ed una velocizzazione dei versamenti delle risorse sui conti bancari e dall’altro porre i Centri di Assistenza Agricola nelle condizioni di poter svolgere le funzioni a questi delegate.
Il modello a cui si deve tendere – sottolineano le tre Organizzazioni – è quello in grado di assicurare alle imprese, come avviene in altre regioni ed in altri paesi dell’Unione europea, l’accesso al 100% delle risorse dovute già nel mese di dicembre e non entro giugno dell’anno successivo come previsto ma non obbligato dalle norme comunitarie. Confagricoltura, CIA e Copagri dell’Emilia-Romagna confermano di essere pronte a farsi carico della richiesta degli agricoltori di far sentire la propria voce anche scendendo in piazza per sbloccare la situazione, sburocratizzare il sistema e sensibilizzare tutte le forze politiche del disagio dei produttori.